Leonforte. Il Referendum all’università popolare

referendum-5_12_2016-schedaLeonforte. L’università popolare ha dedicato la lezione di lunedì al referendum di dicembre. Si sono letti i punti più controversi e si è discusso delle ragioni che hanno trasformato il quesito referendario in una prova di governo. I movimenti antisistema che soffiano da ogni parte hanno creato un paradosso all’interno del già complicato “scisma” e pare che l’innovazione si debba leggere come un SI all’establishment e il NO come una richiesta di cambiamento, ma cambiare chi e in cosa? Questo dubbio vizierà il voto dei tanti che preferiscono il vecchio “saputo”. La discussione inoltre ha evidenziato le tante ombre e le innumerevoli perplessità di chi teme il combinato disposto e alla carta firmata da Orfini, per la serenità di Cuperlo, non affida grandi speranze.
Il premier fra una lettera e un comizio ha dichiarato che ci troveremo davanti a un “grandissimo bivio tra l’Italia che dice sì e quella che sa solo dire di no”. L’articolo 138 prevede la possibilità di cambiare la Costituzione e come e in qual modo cambiarla, soprattutto nella seconda parte. Sono cambiate profondamente le condizioni che nel ’48 portarono a una Costituzione che rafforzava il Parlamento rispetto all’esecutivo, ma la tentazione di un eccessivo accentramento dei poteri ancora c’è e in questo i tanti NO si dibattono. Le lettere del Presidente agli italiani convertono i già convertiti e disamorano gli altri perciò ogni propaganda è vana. La lezione si è conclusa con una lettura allegorica del monumento ai caduti di piazza IV Novembre, del professore Vanadia. E di quell’opera lunedì si discorrerà. Senza SI e senza ma.


Gabriella Grasso