Rosy Bindi: “La mafia c’è anche ad Enna”

Si è conclusa ieri pomeriggio ad Enna la missione della Commissione Parlamentare Antimafia, dopo le tappe di Palermo ed Agrigento.
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Da quest’ultima giornata di audizioni in Sicilia è emerso che “La mafia c’è anche ad Enna”, come ha esordito il Presidente della Commissione, l’onorevole Rosi Bindi.
La provincia di Enna, inoltre, “è particolarmente interessata dalle vicende che riguardano l’utilizzo dei fondi europei”. Molto importanti in questo senso risultano ” le indagini che sta svolgendo la procura di Enna e che saranno importanti per la Sicilia, la Calabria e forse per il resto di Italia”.
La Commissione Antimafia ha puntato anche sul tema della gestione delle acque e dei rifiuti: “Particolarmente importanti in tutta la Sicilia ed in alcune province, una di queste è la provincia di Enna”, continua la Presidente Bindi. “Crediamo che dopo quello che abbiamo acquisito oggi, si debba disporre, come nel caso di Agrigento, un approfondimento sulla gestione  delle acque, che in questa provincia é completamente privata. Riteniamo che gli organi di controllo, in particolare l’Ati, presieduta dal sindaco di Enna, debba prestare una particolare attenzione  sulla composizione societaria di chi gestisce questo servizio e sulla qualità di questo servizio”.
Anche in tema di rifiuti, il quadro emerso dalla relazione sul ciclo dei rifiuti fornita dai magistrati palermitani, è quello di una situazione devastante, come dichiarato da Claudio Fava, Vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia.
Smentite, dunque, le dichiarazioni dell’assessore regionale, Vania Contraffatto, secondo a la quale tale relazione sui rifiuti non corrisponde alla attuale realtà. Si avverte una nota polemica da parte dell’onorevole Fava nel ricordare che tali dichiarazioni sono state fatte dall’assessore a mezzo stampa, quando avrebbe potuto farle – se si fosse presentata – dinanzi la Commissione lunedì scorso a Palermo.

“Mi viene da suggerire sommessamente all’amministrazione regionale” – ha continuato la Bindy – “di prendere atto e spunto da quello che c’è scritto sulla relazione rifiuti, per adottare politiche più corrette, meno costose e più efficaci”.

Focalizzata, inoltre, l’attenzione su alcune amministrazioni locali reputate bisognose di maggiore attenzione perché a rischio di condizionamento e di infiltrazioni mafiose.

A questo riguardo, Mario Giarrusso, componente della commissione antimafia e senatore del M5S, ha precisato: “Enna è in una posizione particolare che fa da cerniera . Qui esiste una mafia antica ma non arretrata, che è sempre all’avanguardia. Quando altrove si parlava dei rapporti tra mafia e politica qua i rapporti tra mafia e politica erano già tutti in una stessa persona, Raffaele Bevilacqua, avvocato, politico, di primo piano e reggente della famiglia mafiosa. Stiamo parlando di venti anni fa. Si deve – come commissione – capire chi ha raccolto il testimone. Questa pratica di facilità di rapporti tra mafia e politica che si é incarnata nella stessa persona, sospettiamo, come M5S, che non sia andata perduta con le operazioni. Credo che oggi con la commissione si siano fatti passi importanti per fare luce su alcune zone che rimangono ancora in ombra, dove alcune mafie vengono lasciate, per carenze di mezzi, più tranquille che da altre parti”. Secondo Giarrusso il prefetto di Enna Anna Maria Leonardi, su richiesta della presidente Bindy,  ha specificato che avrebbe comunicato le sue valutazioni circa l’eventuale invio di una commissione di accesso in uno dei comuni della provincia dove sarebbe emerso, anche dalle audizioni dalla DDA, un forte rischio di contaminazione mafiosa” .
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Tutto ciò ha posto l’accento sulla necessità di una maggiore presenza dello Stato che, tuttavia, cozza con la soppressione del tribunale di Nicosia e del possibile taglio di due posti in organico tra magistratura requirente e giudicante che colpirebbe soltanto il tribunale di Enna in tutto il distretto giudiziario.
Non del tutto condivisa dagli altri membri della Commissione, la risposta del Presidente: “Abbiamo giudicato la ristrutturazione delle sedi giudiziarie come necessarie, ma abbiamo anche reputato che alcune sedi non dovessero essere soppresse. Abbiamo chiesto una verifica per ritornare su alcuni territori che sono a maggiore rischio mafioso o con particolari disagi. Monitoriamo quelle che sono le carenza degli organici e forniamo il nostro punto di vista e la richiesta a non abbassare il livello di guardia”.