Piazza Armerina. Banchetto MUOS, antenne e processi

piazza-armerina-banchetto-muosIl sole caldo di fine novembre, dopo giorni di nebbia e pioggia, ha favorito, oltre alla passeggiata domenicale, l’allestimento del banchetto No MUOS nella piazzetta adiacente l’ingresso di Villa Garibaldi a Piazza Armerina. Gli attivisti hanno informato i passanti del procedimento penale in corso sulla mancanza di autorizzazioni per l’installazione del MUOS (Mobyl User Objective System), il mega impianto satellitare con tre parabole a terra, collocate all’interno dell’area recintata dalla Marina Usa nel sito di interesse comunitario (SIC) che è la sughereta millenaria di Niscemi, già deturpata da 46 mastodontiche antenne dal 1991, e “tenute rigorosamente nascoste ai Siciliani”, affermano gli attivisti. “Procedimento penale che non ferma le autorità militari americane che parlano di MUOS operativo grazie ai governi locali”, aggiungono.
Ma un’altra questione è diventata per i Comitati NO MUOS di grande rilevanza: fronteggiare i rinvii a giudizio che colpiscono centinaia di attivisti, presto protagonisti di maxiprocessi che “manco la mafia ricorda in terra sicula da trent’anni a questa parte”, puntualizzano riferendosi al maxiprocesso contro i mafiosi del 1986.
“Paradossale permettere in gran silenzio ai soldati di uno Stato extracomunitario, gli USA, di occupare il suolo italiano e di costruire abusivamente impianti a emissione di onde elettromagnetiche dalla potenza sconosciuta e incommensurabile per poi colpire in modo sproporzionato chi entra nell’area recintata che viene chiamata base e che tale in realtà non è”. E concludono: “Poco tempo fa, molti cittadini stentavano a comprendere le cose che diciamo a proposito di MUOS e antenne di Niscemi; ora tutti sono informati e seguono la vicenda. Ecco perché è importante impegnarsi nel dare le informazioni che mancano all’opinione pubblica. Soprattutto in tema di ambiente, salute, diritti e sovranità territoriale.”