Leonforte. Enciclica papale “Laudato si’” e università popolare

papa-francesco-laudato-siLeonforte. Lunedì pomeriggio l’università popolare ha iniziato il percorso di conoscenza ecologica per comprendere, nell’imminenza del contingente, l’universalità dell’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco, circolare ecumenica sulla Terra intesa come casa comune. Il professore Nigrelli ha spiegato l’etimologia di alcuni termini usuali e ha contestualizzato il momento del Poverello di Assisi prima di analizzarne il “Laudato Sii”. Giovanni, figlio di Monna Pica e Pietro Bernardone, fu dal padre chiamato Francesco per gratitudine verso quella Provenza, che soldi e fortuna gli aveva riservato. Educato a un consumismo ante litteram ruppe con l’ordine costituito divenendo Francesco e vivendo sulla propria persona la gioia del creato, insegnandola pure ai suoi joculares domini. Fra il XII e il XIII secolo molti moti ereticali insidiarono la monolitica stabilità della Chiesa di Roma, intimamente corrotta e estremamente vulnerabile, ma la tipicità della regola francescana non infranse l’ordine papale come altri movimenti fecero, vi si accomodò alterandone la visione del creato. La lezione è stata arricchita dall’intervento del professore Vanadia, che ha letto un suo micro racconto sulla zona “Madonnina” assai nota ai leonfortesi. Era detto “u lupu” quel don Minicu, vittima di un monellesco esproprio proletario, e forse quell’altro che tanto vi somigliava ne era un inconsapevole erede. Erede di un pezzo di paese sacro, ma perennemente profanato dall’immondizia dimenticata dai gitanti; il vecchio custode alla Madonnina aveva promesso la pulizia di quei luoghi e la mantenne la promesse finchè l’inquinamento necessario alla modernità 2.0 lo ferì a morte. La Madonnina da quel triste giorno non vide più “lustru”ai suoi piedi e si chiede il professore Vanadia “cui prodest” tanta incuria?

Gabriella Grasso