Enna. Natale. Tutti “incartati” nel ghiaccio di un’improbabile pista

Enna. Natale. Tutti “incartati” nel ghiaccio di un’improbabile pista. Ma… sta scritto da qualche parte che, perché sia Natale, la pista di ghiaccio sia obbligatoria?! Non per dare addosso a chi, animato di buone intenzioni, ha ancora una volta pensato di offrirla alla città. È a monte la questione. Nel fatto che dobbiamo essere per forza tutti uguali, a Natale e in ogni altro giorno dell’anno. Incapaci di cogliere la verità di ciascun luogo. Di proteggerla. Di goderne. Perciò, se vogliamo essere felici, dobbiamo per forza pattinare sul ghiaccio finto comprare cose inutili in villaggi finti e mercatini bianchi e rossi in mezzo a uno sbrilluccicare di luci sempre più sbrilluccicose…

Poi…

in quest’atmosfera finta… potremmo essere ovunque…. ma non importa… non importa che poi Enna sia un presepe naturale, tutto da vivere e contemplare, da Fundrisi, da San Bartolomeo, da San Pietro, dalla Fontanagrande….


P.S. Preciso di non voler affatto inserirmi nelle polemiche – per la verità ingiuste e decisamente strumentali – nei confronti dell’associazione organizzatrice, che tutta la città ha apprezzato ad esempio per lo splendido recente buskers fest. E nemmeno di voler annoverarmi tra chi gode del fallimento dell’iniziativa. Anzi. Il mio intervento addita in primo luogo, proprio questo sterile avvitarsi intorno a un “la montano…non la montano” come se il nostro Natale potesse dipendere da una pista di ghiaccio. In secondo luogo – proprio perché simili invenzioni natalizie non sono cosa di oggi, ma sono state abbondantemente proposte anche negli anni precedenti – è piuttosto mia intenzione stimolare una riflessione intorno alla presa di coscienza dell’identità di un territorio e alla sua creativa valorizzazione. A Natale come negli altri giorni dell’anno.


Cinzia Farina