Nicosia. Si complica vicenda Consigliere comunale condannato per tentata violenza sessuale. Vittima e marito saranno processati per violenza privata

Nicosia. Si complica la vicenda per la quale il consigliere comunale Francesco La Giglia è stato condannato con rito abbreviato a 1 anno e 4 mesi per tentata violenza sessuale. Il procuratore di Enna Massimo Palmeri ha disposto il giudizio, con processo fissato per giorno 11 gennaio, a carico della presunta vittima del tentativo di violenza Teresa Teramo e del marito di questa Corrado Danti che devono rispondere di tentata violenza privata in concorso perché avrebbero prospettato di denunciare il giovane per la tentata violenza se si fosse candidato nelle liste del consiglio comunale, alle elezioni amministrative che si tenevano a giugno del 2015. I fatti per i quali il giovane è stato condannato in primo grado risalgono alla notte tra il 4 ed il 5 aprile del 2015, quando il giovane esce da un pub con la presunta vittima che era nel locale con il marito ed alcuni amici per discutere proprio di candidature alle lezioni amministrative. Fatti pochi passi, l’avrebbe afferrata e trascinata fino ad uno slargo poco frequentato dove avrebbe tentato un approccio sessuale. La donna si era divincolata ed era riuscita a tornare nel locale. Le voci sull’episodio erano subito circolate in città, ma la denuncia contro la Giglia era stata presentata solo 3 mesi dopo. Adesso con il decreto di giudizio emerge che 4 giorni prima della presentazione delle liste, il marito della donna ha incontrato il padre del giovane per comunicargli che diverse persone gli avrebbero riferito che il giovane ha deciso di candidarsi e che se lo farà allora sarà presentata la denuncia per violenza sessuale. Una conversazione che si svolge all’interno di un’auto dalla quale emerge che era stato già spiegato che per evitare la denuncia per un reato grave e infamante, Francesco La Giglia doveva rinunciare alla corsa per il consiglio comunale. Il padre del giovane sottolinea più volte di non essere a conoscenza delle decisioni del figlio, anzi avanza anche qualche dubbio sulla possibilità che il suo schieramento politico riesca a formare la lista, ma il marito della vittima insiste sulla circostanza che gli accordi erano chiari e che una candidatura avrebbe determinato la querela e ad un certo punto parla anche di voti che si disperdono, aggiungendo poi che comunque la richiesta di non candidarsi era un modo per punire il giovane per il gesto commesso contro la moglie e che è stanco delle voci che circolano in città su un episodio che ha visto la moglie come vittima e che addirittura parlano di complotti politici. La Giglia si era comunque candidato ed è stato eletto per il secondo mandato e nelle settimane successive era stata presenta la denuncia per tentata violenza sessuale. Adesso la vittima ed il marito saranno processati per violenza privata.