Ospedale di Enna sarà assorbito da Caltanissetta. Per ora i quattro ospedali ennesi restano in piedi solo per vivacchiare


Qualche giorno fa è stato annunciato dall’assessore regionale alla Sanità, Baldo Gucciardi, lo schema della nuova rete ospedaliera. Detto che questo deve ancora essere presentato ai direttori generali delle aziende sanitarie (e soprattutto dovrà essere vagliato dal ministero) ed incassato il plauso dei sindacati, oggi ci si chiede di chi sia la vittoria.chi può veramente esultare?

La domanda è lecita perchè questo schema è pur vero che salva (nell’immediato) gli ospedali per anni chiamati “minori” ma per il futuro lascia diverse incognite a partire dal ruolo che avrà l’ospedale di Enna e a ruota tutti gli altri.

La previsione dei più pessimisti è che entro quindici/venti anni l’ospedale ennese sarà assorbito da Caltanissetta. E allora proviamo a spiegare perchè.

Il nuovo schema proposto dalla Regione salva, nel caso ennese, i quattro presidi ospedalieri provinciali e prevede che il “Basilotta” e il “Chiello” di Piazza Armerina diventino ospedali di base, che Enna sia “spoke” (alla pari di Gela, Sciacca-Ribera), mentre Leonforte viene classificato come ospedale di zona disagiata. La nuova visione regala diverse “promozioni” ma in molti oggi si chiedono come certi criteri siano stati definiti.
L’impressione è che si sia voluto cambiare tutto per non cambiare nulla innanzitutto perchè il tetto di spesa resta lo stesso e non si prefigura una crescita o la possibilità di puntare alla crescita. La domanda che ci si pone è allora dov’è la crescita. Secondo il piano che era stato bocciato nei mesi scorsi l’ospedale di Enna doveva essere un punto forte mentre gli altri dovevano fungere da “spoke” e curare delle specificità.

La sommossa dei territori ha però portato al passo indietro la Regione che ha quindi preferito lasciare tutto invariato e il timore diffuso è che i quattro ospedali ennesi restino alla fine in piedi solo per vivacchiare e senza poter essere punto di riferimento.

Tra le corsie ospedaliere l’altra domanda ricorrente è, ad esempio, se Nicosia riuscirà ad avere il punto nascita così come richiesto e dall’assessorato pare che oggi nessuno dia certezze. Ma il timore dei timori nasce da una “promozione” dell’ospedale “S. Elia” di Caltanissetta che da “spoke” diventa di secondo livello altamente specializzato e quindi superiore ad Enna. Entrambi con Agringento formano il bacino del centro Sicilia e se la storia passata dovesse ripetersi anche in futuro non è difficile ipotizzare che la provincia di Enna dovrà tra qualche anno guardare all’ospedale nisseno come proprio punto di riferimento.

Ci si chiede così se questo tema sarà oggetto di approfondimento della politica cittadina-comunale.