Occhionero, arrestato per cyberspionaggio, vanta consulenze con l’Oasi di Troina. Lettera al Papa per un credito da 3,5 mln – Replica Oasi


Enna. C’è una richiesta di intervento a Papa Bergoglio per recuperare un credito da 3 milioni e 450 mila euro dall’Oasi di Troina nella mail trovata nel computer di Giulio Occhionero, l’ingegnere nucleare arrestato una settimana fa assieme alla sorella Francesca per cyberspionaggio ai danni di personaggi politici, banche ed enti,spiati con il software Eye- pyramid. Il contenuto della mail indirizzata a Papa Francesco sarebbe frutto di un consulto tra l’ingegnere nucleare e la sorella: la loro madre esprime anche giudizi non lusinghieri sul fondatore, padre Luigi Ferlauto, vantando il credito di un’ingente somma e sostenendo di essere vittime di una truffa.
Il credito sarebbe stato accumulato dai fratelli Occhionero, titolari della Westlands Securities, società attiva sino al 2013, con degli incarichi. Per la vicenda sarebbe in corso una causa avviata dagli Occhionero. Nella mail al Papa, i due fratelli sostengono di avere ricevuto dall’Oasi Maria Santissima mandati notarili per curare un contenzioso con tre istituti bancari, ma, a loro dire il giorno prima della firma della transazione sarebbe arrivata la revoca dell’incarico alla società disconoscendone i compensi per 3 milioni e 450 mila euro.

Nella mail, la madre di Occhionero che si presenta come «vedova da sedici anni, di un illustre astrofisico» chiede un intervento per i due «figliuoli» che a dire della donna avrebbero «subito una grave ingiustizia da una confraternita» per cui si chiede anche un risarcimento danni. Una richiesta di aiuto rivolta al Papa dalla donna affinché possa mettere fine ad un comportamento giudicato dalla donna «truffaldino» e che «male si addice a prelati che dovrebbero costituire un esempio di rettitudine onestà e giustizia» riconoscendo in Papa Francesco il «portatore di una ventata di cambiamento nella Chiesa».

Tiziana Tavella per il quotidiano La Sicilia



IRCCS Oasi Maria SS di Troina chiarisce la propria posizione
Troina Nel corso del 2008, le società del gruppo della Fondazione Oasi vennero in rapporti con l’Ing. Giulio Occhionero della Westlands che offriva la disponibilità a fornire a mero titolo gratuito, l’intermediazione necessaria con gli istituti di credito nazionali ed internazionali per ottenere un prestito che ripristinasse l’equilibrio economico–finanziario della Fondazione. La Westlands, successivamente, al fine di condurre in porto l’operazione di finanziamento, chiese alla Fondazione di avere assegnati anche gli incarichi legati al contenzioso per l’anatocismo nei confronti di alcuni istituti di credito. Tali contenziosi erano stati già avviati ed incardinati precedentemente dalle società della Fondazione. Le società Oasi deliberarono in tal senso e tuttavia, la Westlands non esplicò i poteri conferiti, né subentrò nei giudizi: di fatto, Westlands non apportò alcuna utilità nella gestione del contenzioso fra le società del Gruppo Oasi e le banche. La Westlands, quindi, rimase sostanzialmente inadempiente agli incarichi professionali ricevuti, tanto che, a distanza di oltre due anni dall’instaurazione dei rapporti di consulenza, non aveva procurato, come promesso, alcun Istituto finanziario o bancario per realizzare l’operazione di finanziamento, né aveva instaurato o era subentrata in alcuna causa o in alcuna trattativa extragiudiziaria. In tale inconcludente situazione, le società Oasi decisero di risolvere i rapporti professionali con la Westlands, essendo irrimediabilmente venuto meno il rapporto fiduciario. Nel novembre del 2010, pertanto, le società revocarono le procure.

Da qui la presentazione da parte di Westlands di una denuncia penale, con l’ipotesi del reato di truffa ai loro danni, poi archiviata dal PM perché penalmente irrilevante. Seguì una successiva causa civile avviata sempre dalla Westlands, il cui primo grado di giudizio, però, ha visto rigettate tutte le richieste in quanto, come argomentato nella sentenza del Tribunale di Roma del dicembre 2014, <<non vi sono elementi per collegare in maniera etiologicamente rilevante l’esecuzione degli incarichi……con la transazione delle controversie che di essi erano oggetto>>. Peraltro, la buona fede delle società Oasi è pienamente dimostrata dalla circostanza che furono puntualmente pagate alla Westlands le spese previste contrattualmente anche nel caso di revoca degli incarichi e che, altresì, dichiararono la propria disponibilità ad integrare quanto già pagato purché venissero dimostrate le attività realmente espletate dalla Westlands.