Enna, penultima in Sicilia per reddito

Nel 2016 si registra un boom del settore mobilità: (auto nuove +18,3% e motoveicoli +17,8%), tornano a crescere anche i comparti casa che erano in rosso lo scorso anno: elettronica di consumo (+3,5%) e information technology (+6,1%). La spesa per i beni durevoli cresce del +7,2%, un dato superiore alla media nazionale (+6,4%). A livello provinciale Palermo (+2,2%) si conferma la provincia con maggiore disponibilità di reddito. Questi sono i principali risultati della ventitreesima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Sicilia. Nel 2016, in Sicilia la spesa complessiva per l’acquisto di beni durevoli si è attestata a 3.191 milioni di € (+7,2% rispetto al 2015).

I settori di spesa:

Auto e moto – Nel 2016 il comparto delle auto (nuove e usate) ha registrato in Sicilia, come per altro nel resto del Paese, un aumento dei consumi. Per l’acquisto di auto nuove sono stati spesi complessivamente 820 milioni di euro (+18,3% rispetto al 2015). La spesa per le auto usate ha registrato una crescita del 4,8%, attestandosi a 913 milioni di euro. Il comparto dei motoveicoli è risultato in crescita del 17,8% (per 96 milioni di euro), un dato oltretutto maggiore rispetto al trend comunque positivo registrato nel resto del Paese (+13,3% la media nazionale).

Mobili – Il comparto dell’arredamento evidenzia volumi di consumo pari a 859 milioni di euro. L’acquisto di beni inclusi in questa categoria ha fatto segnare un incremento del 2,1%.

Elettrodomestici – Nel 2016 la spesa per l’acquisto di elettrodomestici ha segnato una crescita sia nel segmento degli elettrodomestici grandi e piccoli (1,0%) sia in quello dell’elettronica di consumo (3,5%). Complessivamente le famiglie siciliane hanno investito 245 milioni di euro per l’acquisto di elettrodomestici grandi e piccoli e 135 milioni di euro per l’elettronica di consumo.

Prodotti Informatici – Il settore dei prodotti informatici, dopo il calo dell’anno precedente, nel 2016 ha subito un incremento del +6,1%. La spesa per i beni inclusi in questa categoria si è attestata a 124 milioni di euro.

Le province

Palermo (+2,2%) si conferma la provincia a maggiore disponibilità di reddito, con 15.220 euro; seguono Messina (+2,5%) con 15.007, Siracusa (+2,3%) con 13.694 euro, Catania (+2,2%) con 13.038 e Caltanissetta (+2,4%) con 12.976 . Al sesto posto per reddito disponibile si posiziona Trapani (+2,1%) il cui reddito per abitante è di 12.852 euro, seguita dai 12.765 di Ragusa (+1,5%) e dai 12.356 di Enna (+2,5%). Fanalino di coda Agrigento (+2,2%), che fa segnare 12.187 euro

Il settore motoveicoli registra una crescita del +17,8%. In particolare, le province che mostrano l’aumento maggiore sono Trapani (+24,9%), Ragusa (+21,4%) e Siracusa (+20,7%). La provincia che registra la performance in controtendenza rispetto alla regione è stata Enna che vede addirittura un calo dello -17,8% dei consumi per motoveicoli. Palermo è la provincia nella quale si registrano i più alti volumi di spesa per l’acquisto di auto nuove (215 milioni di euro, +16,3% rispetto al 2015), seguita da Catania (187 milioni, +20,1%) e Messina (115 milioni €, +23,1%). Enna è la provincia nella quale i consumi di auto nuove hanno registrato la crescita maggiore (+29,9% a 19 milioni di euro). Bene anche per le auto usate, che registrano un aumento dei consumi del +4,8% a livello regionale. Palermo è la provincia che ha mostrato la crescita maggiore rispetto al 2015 (+6,3%, con consumi complessivi che si attestano a 227 milioni di euro), seguita da Agrigento (+5,7% a 65 milioni) Catania (+5,2% a 228 milioni) e Messina (+5,0% a 114 milioni).

I 245 milioni di euro impiegati in Sicilia per l’acquisto di elettrodomestici grandi e piccoli hanno evidenziato la seguente ripartizione: 62 milioni a Palermo (che fa registrare una crescita del +0,9% rispetto all’anno precedente); 53 milioni a Catania (+1,0%); 33 milioni a Messina (+1,1%); 21 milioni ad Agrigento (+1,0%) e Trapani (+0,9%); 20 milioni a Siracusa (+1,4%); 14 milioni a Ragusa (+0,4%) e 13 milioni € a Caltanissetta (+1,4%). La provincia nella quale ci sono i più bassi volumi di spesa per l’acquisto di beni inclusi in questa categoria è Enna (8 milioni di €, +0,5%).

Il settore dell’elettronica di consumo a livello regionale ha segnato una crescita del +3,5% rispetto al 2015. Palermo è la provincia nella quale si è speso di più per l’acquisto di questi beni (35 milioni di euro, +3,3%), seguono Catania (29 milioni, +3,6%), Messina (18 milioni, +3,7%), Agrigento, Trapani e Siracusa (con 11 milioni).

Le cifre del comparto mobili sono positive: Palermo nel 2016 questo settore ha fatto registrare volumi complessivi di spesa pari a 215 milioni € (+2,2% rispetto al 2015), seguita da Catania con 187 milioni € (+2,5%), Messina che si attesta a 110 milioni, con una variazione di +2,2% sul 2015. Seguono Trapani, che con 78 milioni spesi nel 2016 registra una performance del +1,6% rispetto al 2015, Agrigento con 76 milioni (+2,6%); Siracusa con 66 milioni € (+0,6%) e Ragusa 50 milioni (+1,8%). Chiudono Caltanissetta con 49 milioni €, (+2,7%) ed Enna, che si attesta a quota 29 milioni, guadagnando +1,0 punti percentuali rispetto alla performance del 2015.

Il comparto informatica in Sicilia nell’ultimo anno ha fronteggiato una crescita dei consumi del +6,1%. La provincia nella quale si è speso di più per l’acquisto di prodotti informatici è Palermo (34 milioni, +6,3% sul 2015), seguita da Catania (27 milioni, +6,1%) e Messina (16 milioni, +5,5%). Enna (4 milioni) e Caltanissetta (6 milioni) chiudono la classifica.

Nel 2016 la spesa delle famiglie siciliane per l’acquisto di beni durevoli si è attestata sui 3.191 euro. A livello provinciale la spesa familiare è aumentata maggiormente a Messina (+8,2% per 1.522 euro) e Catania (+7,4% per 1.644)

Alcune tendenze generali che si riscontrano anche in Sicilia: la sostenibilità, un valore sempre più discriminante e premiante.

Anche in questa Regione, come nel resto d’Italia i consumatori hanno giorno un atteggiamento molto selettivo ed esigente: ben sette su dieci sono disponibili a premiare le aziende che investono in sostenibilità, pagando di più i loro prodotti. Per contro, qualora un’azienda si dimostrasse evidentemente non sostenibile, sono disposti a boicottarla astenendosi dall’acquisto (nel 64% dei casi), oppure sconsigliandolo a parenti ed amici (nel 45%).

In effetti la qualità intesa in senso lato (61%) è oggi il valore guida degli italiani quando fanno acquisti davanti al prezzo (58%) e alle promozioni (40%), capovolgendo un paradigma che spesso vedeva il fattore economico come elemento discriminante; l’indagine rileva poi come ben l’87% degli intervistati sceglie marchi di fiducia, possibilmente italiani, meglio se con una buona reputazione.

Per il 53% degli intervistati il concetto di sostenibilità è intrinsecamente connesso alla variabile ambientale: l’attenzione alle risorse limitate è notevole, mentre la sostenibilità ormai non è più una dichiarazione, ma uno stile di vita sempre più diffuso (87%).

I settori considerati più virtuosi sono quelli alimentari, energetico e automobilistico, anche grazie alla ingente comunicazione di prodotto che è stata effettuata, facendo cardine sui temi della sostenibilità. Per quanto concerne il terziario, e più in particolare banche e assicurazioni, la sostenibilità viene misurata dalla vicinanza ai clienti che attraversano momenti di difficoltà (40%), da una comunicazione chiara e trasparente (35%), dall’offerta di prodotti e servizi adeguati e non sovradimensionati (33%).

Sul versante aziendale gli investimenti in sostenibilità vertono principalmente sulla governance, sulla sostenibilità sociale ed ambientale. L’80% delle società intervistate dichiara che l’impegno nella sostenibilità si traduce in una migliore performance economica finanziaria nel medio/lungo periodo. Tuttavia la mancanza di ritorno immediato unita a quella di incentivi di mercato, sono elementi che rallentano lo sviluppo della sostenibilità all’interno delle aziende.