Enna. Centro studi sen. Romano: su partite pregresse cosa intendono fare i sindaci?

Enna. “Quello che è successo nell’ultima riunione dell’Ati è incredibile. Non è stato consentito a una delegazione dei comitati cittadini ennesi e di Assoconsumatori di assistere alla riunione dei sindaci dove all’ordine del giorno c’era anche l’annosa discussione sulle partite pregresse”. A dichiararlo il presidente del Centro studi “sen. Antonio Romano”, Mario Orlando, che così prosegue: “Alla luce delle sentenze di illegittimità da parte del giudice di pace per quanto riguarda le partite pregresse, chiediamo: cosa intendono fare i sindaci? Orlando poi mostra alcuni verbali dell’assemblea dei soci dell’Ato 5, tra i quali il n.23 del 17 dicembre 2009, approvato anche dal sindaco di Calascibetta Piero Capizzi (che ha chiesto l’allontanamento delle associazioni di cittadini dalla riunione), dove si legge che AcquaEnna, “in considerazione dei rilevanti scostamenti emersi nella gestione a partire dal 2005 tra le previsioni del piano d’ambito posto a base di gara e le risultanze dei consuntivi, ha richiesto, ai sensi dell’art. 17 della convenzione, l’avvio del procedimento per il riequilibrio economico finanziario”. “A seguito di tale richiesta –racconta Orlando-, nel 2009, il Consorzio d’Ambito, presieduto da Giuseppe Monaco, decise di avvalersi di un esperto in controllo di gestione che fu individuato nel prof. Salvatore Cincimino della facoltà di Economia dell’università Kore. In una prima fase, il valore degli scostamenti richiesto da AcquaEnna ammontava a 41 milioni e 797 mila euro; successivamente, a seguito di chiarimenti, si pervenne al riconoscimento, condiviso dal gestore, del valore di 30 milioni di euro. A conclusione di questo lavoro, Ato 5 e AcquaEnna sottoscrissero nell’ottobre del 2009 una proposta di accordo bonario che venne sottoposta, il 17 dicembre dello stesso anno, all’approvazione dell’assemblea dei sindaci. I primi cittadini a maggioranza, votarono quell’accordo a scatola chiusa nonostante le tante perplessità manifestate. Il motivo? Gli venne spiegato che se la proposta non fosse stata approvata entro l’anno corrente, non si sarebbe potuto richiedere alla Regione il contributo pubblico per finanziare la spesa del riequilibrio economico-finanziario. Nel verbale è scritto che “l’accordo bonario, non potrà comportare per l’utenza nessun aumento della tariffa vigente””.

Giacomo Lisacchi