Ancora sui migranti a Leonforte

Continuano le chiacchiere sui migranti a Leonforte. Le dichiarazioni rese dal sindaco sulle disposizioni della Prefettura a inizio 2017 hanno allarmato molti leonfortesi preoccupati dal come e dal dove. Il sindaco ha ulteriormente chiarito alcuni punti sul tema e ancora lo farà e sui media e nei luoghi preposti alla civile discussione. Leonforte potrebbe realizzare la domiciliazione diffusa, dice Francesco Sinatra, ossia una spartizione su tutto il territorio, in luoghi consoni e adeguati per evitare la ghettizzazione e rendere possibile l’integrazione. La cooperazione del terzo settore sociale, specializzato nell’accoglienza, aiuterebbe inoltre la mediazione fra residenti e migranti e in ultimo la partecipazione dei parroci, ancora impreparati “non abbiamo avuto alcuna disposizione da Nicosia” dice padre Carmelo Giunta, potrebbe colmare un sistema cronicamente emergenziale. Francesco Sinatra vuole un confronto con il Consiglio perché “sarà la determinazione della giunta ha definire il tutto”. A ora i silenzi dei comuni limitrofi e la resistenza dei cittadini lo hanno portato ha chiedere al Prefetto di temporeggiare. Il ricorso a edifici che non appartengono al comune o che non hanno l’abitabilità sono da escludere dunque il vecchio ospedale resterà ancora a uso esclusivo delle parietarie e così dicasi pure per la scuola in zona Granfonte. Definire le modalità prima di capire se e poi chi e come accogliere è insensato per tanto posticipiamo a poi le remore e i timori. Vero è che il sistema italiano di accoglienza è indubbiamente insufficiente e malgrado esista un diritto internazionale dei rifugiati, in particolare con la Convenzione di Ginevra del 1951 e il diritto all’asilo politico sancito dall’art. 10 della Costituzione, l’Italia a oggi continua ad essere carente di una legge organica che garantisca, in modo adeguato e dignitoso, questo diritto su tutto il territorio nazionale. Occorre, continua il sindaco, in ultimo ricordare la particolare situazione riguardante la categoria dei minori stranieri non accompagnati, per i quali il privato può, limitatamente alle norme prescritte, trascendere il Comune. Tutto questo muove dall’accordo Stato-Regioni mirante ad assorbire tutte le funzioni devolute all’attuale sistema dei CARA, determinandone una progressiva e necessaria “eliminazione”.

Gabriella Grasso