Migranti a Leonforte, saranno un’ opportunità o una disgrazia?

Leonforte. Il paese continua ad interrogarsi sui migranti, saranno un’ opportunità o una disgrazia? Padre Filippo Rubulotta, Cancelliere presso la curia vescovile di Nicosia e parroco della chiesa Maria SS dell’Annunziata ha contribuito, con un’analisi sociologica e politica, al tema. L’incipit è il rapporto Censis 2007 che definisce la società italiana “una mucillagine” dove tutte le componenti stanno insieme senza mai integrarsi. “L’integrazione si realizza dove c’è sedentarietà, ma i migranti non cercano da noi la sedentarietà. La Sicilia è terra di passaggio, interessante lungo le coste e disincentivante al centro anche per i nostri giovani. Assisto ad un’emorragia di gioventù costantemente. Cosa può offrire il nostro paese? L’accoglienza è doverosa certo e va gestita dallo Stato non nei termini della detenzione legale e neppure dell’assistenzialismo sterile. Occorre organizzare l’accoglienza su tutto il tessuto urbano, senza ghetti rionali, prevedendo già una scarsa percentuale di permanenti comunque. Questa è l’accoglienza. L’integrazione è cosa diversa e ripeto credo che ci interesserà in minima parte”.
L’esperienza di Emmaus a Nicosia e l’attuale assenza di migranti, provenienti da altre zone della Sicilia, rafforza la previsione di padre Filippo che auspica per la sua comunità un confronto con l’altro. “L’altro è il fratello che potrebbe per le sue differenze stimolare la migliore comprensione della nostra stessa identità e religiosa e culturale”. Padre Filippo “cura” quattro mila anime circa e riconosce che in molti la paura dell’uomo nero, specie fra gli anziani, esiste. Paura di dover mutare la propria rassicurante monotonia quotidiana. Paura alimentata dalla cattiva informazione e dal troppo pregiudizio, paura fomentata dai parolai di professione che non mancano di cavalcare l’onda xenofoba e razzista. “Occorrerà comunque strutturare la permanenza dei pochi che vorranno restare. Si potrebbe coinvolgerli nell’agricoltura o nei lavori socialmente utili. Dobbiamo in ogni caso assicurare loro la libertà di andare dove vogliono secondo i loro progetti e i loro desideri. Temo che la diaria di pochi euro possa rappresentare una catena per loro e per chi è in cerca di speculazione”. Il sindaco ha il dovere di impegnare i migranti nei lavori di pubblica utilità senza remunerazione e senza levarne il monopolio a chi già ne usufruisce. Questo è bene saperlo. I precedenti romani legati ai sussidi europei devono allertarci, è deprecabile una società che sfrutta il bisognoso e becera è la società che ammanta di filantropia questo desiderio. Restiamo umani è il comandamento laico che dovremmo tenere a mente, tutti, anche i timorosi fedeli di padre Filippo. Restiamo umani e soprattutto vigili.

Gabriella Grasso