Rifiuti. Lavoratori di “EnnaEuno” con nove mesi di arretrati

Ritorna l’agitazione tra i lavoratori di “EnnaEuno” ed in particolare del Centro comunale di raccolta di contrada Venova di Enna e del settore tecnico-amministrativo. Al centro di tutto ancora la mancata retribuzione che nel caso del Ccr, dicono i lavoratori, arriva ormai a nove mesi di arretrati: «Ancora una volta ci sentiamo presi in giro e la nostra pazienza sta per finire. Assistiamo ad un comportamento vergognoso nei nostri confronti». Il loro unico grazie lo rivolgono al personale della Digos «a cui abbiamo manifestato il nostro disagio e sono stati molto comprensivi, ma per il resto da chi ha il potere per risolvere i nostri problemi arriva solo il silenzio».
Il dito dei lavoratori del Ccr è puntato sui sindaci: «Credevamo che si sarebbero interessati alla nostra situazione ed invece niente di niente, in cambio della nostra fiducia abbiamo ricevuto solo disinteresse e così non si può più andare avanti».
Come confermato anche dal settore tecnico-amministrativo alla base di tutto c’è ancora una volta il mancato versamento della propria quota da parte dei Comuni soci di “EnnaEuno” e questo blocca i pagamenti degli stipendi.
C’è anche da dire che pure a fronte di un completo versamento, quanto incassato non basterebbe comunque a coprire tutti i costi, compreso quello del personale.
Ma nonostante la gravissima situazione economica di chi attende lo stipendio, i lavoratori non se la sentono di creare un disagio alla cittadinanza: «Stiamo continuando a lavorare per non creare disagi ai cittadini. Ritiriamo i rifiuti ingombranti dalle strade e nel nostro centro riceviamo anche quelli dei Comuni che non versano la loro quota ma che utilizzano comunque il servizio» e rivolgendosi direttamente ai sindaci chiedono: «Pensate sia giusto utilizzare un servizio che non viene pagato a causa dei vostri mancati pagamenti?».
Oggi il problema è tornato ad esplodere anche tra gli amministrativi che si chiedono che fine abbiano fatto i decreti ingiuntivi nei confronti dei Comune e si dicono pure convinti che l’attuale muro contro muro tra sindaci e la struttura alla fine travolgerà ancor di più i lavoratori.