Troina, occhi puntati sullo sciopero del 23 marzo dei dipendenti dell’Irccs Oasi Maria

Occhi puntati su Troina giovedì 23 marzo, il giorno dello sciopero proclamato dalle organizzazioni sindacali dei dipendenti dell’Irccs Oasi Maria SS. I dipendenti si raduneranno alle 9 di mattina in piazza Conte Ruggero, davanti l’ingresso del palazzo municipale, da dove si muoveranno in corte in direzione percorrendo un breve tratto di circa 300 metri della via Conte Ruggero. E’ diffusa, qui in paese, la sensazione che giovedì 23 marzo, con la giornata di sciopero proclamata, sia un giorno che segni una svolta non solo nelle relazioni sindacali, ma anche nella storia di Troina. Da quando l’Oasi è stata fondata, nel 1953, non c’è mai stata una giornata di sciopero. Per la forte presa che l’Oasi, con i 700 dipendenti, ha sull’economia di un paese in grande affanno, è comprensibile che l’attesa per la giornata di giovedì sia carica di tensione e di ansia. Per Troina, l’Oasi è nello stesso tempo una risorsa e una fonte di insicurezza. Lo si capisce dalla lettera aperta di padre Luigi Ferlauto “ai dipendenti e non” e dall’invito a partecipare alla manifestazione, che si svolgerà giovedì mattina a Troina, rivolto delle organizzazioni sindacali aziendali Cgil, Cisl, Uil e Nursind ai sindaci e ai consigli dei 20 comuni, ai parlamentari regionali e nazionali dell’Ennese e ai cittadini e agli studenti delle scuole di Troina. Nella sua lettera aperta padre Ferlauto scrive che “di fronte alla proclamazione di uno sciopero, non posso che manifestare pubblicamente la mia apprensione e la mia angoscia”. E ne spiega i motivi. Apprensione per le sorti dell’Oasi e angoscia perché ritiene di aver tutto il possibile per risolvere “le problematiche” dell’Oasi. Problematiche che, secondo padre Ferlauto, “sono state avviate a soluzione, sia pure con lentezze e ritardi che non sono però imputabili ai vertici dell’Oasi”. Per padre Ferlauto, ritardi e lentezze sono “ascrivibili ai tempi e alle modalità operative della Regione Siciliana”. Che i vertici dell’Oasi non abbiano alcuna responsabilità, le organizzazioni sindacali non ci credono affatto e pertanto ne chiedono le dimissioni. “I lavoratori, con responsabilità e spirito di abnegazione, hanno patito da sempre le problematiche dell’Oasi Maria SS, senza venir meno al proprio dovere, che consiste nel non far mai mancare l’assistenza ai propri pazienti e all’utenza in genere”, leggiamo nella lettera-appello delle organizzazioni sindacali. Anche se la convenzione con la Regione Siciliana è stata approvata, le organizzazioni sindacali non vedono “concreti segnali di inversione di tendenza, rispetto all’improvvisazione e alla mancanza di progettualità, che hanno contraddistinto l’operato della direzione della struttura”. Pensano che la permanenza al posto di comando dell’attuale dirigenza non sia un bene. Anzi, sono convinte che “il perdurare della gestione attuale, non potrà avere epilogo diverso, se non quello di determinare la chiusura della struttura, con le conseguenze nefaste che ciò comporterebbe per il nostro, già martoriato, territorio”. In un suo documento lungo 12 pagine, che è circolato negli ambienti dell’Oasi alcuni mesi fa, il consiglio di amministrazione dell’Irccs Associazione Oasi Maria SS ha avanzato il sospetto che dietro la richiesta di “azzeramento delle direzioni” ci fosse “il desiderio della esclusione di padre Ferlauto dalla gestione dell’opera e l’esautoramento del consiglio di amministrazione, che si compone di: padre Luigi Ferlauto, Gaetana Ruberto, padre Silvio Rotondo, Grazia Iacobacci e Maria Schillaci. Al di là di quelli che possano essere i retro pensieri di una parte e i sospetti dell’altra parte, la vera verità è che una struttura complessa come l’Oasi Maria SS non potrà più essere gestita come s’è fatto finora. Non è questione di persone, è una questione di metodi di gestione la cui soluzione potrà anche comportare un cambio nella composizione negli organismi di direzione. Non è questione nuova, L’avevano ben individuata i due sociologi Anton Jansen e Clifford Jansen nei primi anni ’90. Ecco cosa hanno scritto nel 1992 in “Sociological and economic change in the peasant society of Troina, Sicily”: <<The biggest speculation made about him is “what will happen when he retires o dies” (he was 69 in 1990) since for these 30 years, it was always he who made decisions, negotiated subsides, started new projects, etc”. Non se la sono inventata sindacati che hanno indetto lo sciopero di giovedì. E’ una questione antica che nell’attuale fase di transizione, molto delicata per l’Oasi e per Troina, deve essere governata con grande oculatezza, schiettezza e senza alcun timore reverenziale. Ne va del futuro dell’Oasi e di Troina.

Silvano Privitera