Cinquantaduenne di Canicattì, ricercato poiché condannato all’ergastolo per omicidio, arrestato a Piazza Armerina

Nella serata di venerdì, personale delle Volanti del Commissariato di di P.S. di Piazza Armerina impegnato in servizio di controllo del territorio, ha proceduto all’arresto di un soggetto di Canicattì (AG), MARTURANA Gaetano Gioacchino Mario, classe ’65 – già sottoposto alla sorveglianza speciale di P.S. e con precedenti giudiziari per associazione a delinquere finalizzata all’usura, e di polizia per reati contro il patrimonio – in esecuzione del provvedimento della Procura Generale della Repubblica di Catania, che dispone la carcerazione del predetto, a seguito della sentenza definitiva di condanna all’ergastolo per essere stato riconosciuto colpevole dei reati di seguito descritti

A) del delitto previsto e punito dagli artt. 110, 61 n. 1 e 2, 575 e 577 n. 3 c.p., per aver cagionato la morte di ANELLO Angelo, ucciso a colpi d’arma da fuoco e ritrovato all’interno della propria autovettura;

B) dei reato p.p. e dagli artt. 2, 4 e 7 L. 895/67, per avere illegalmente detenuto e portato in luogo pubblico armi;

C) del reato di cui all’art. 9, co. 2, L. 1423/56, per aver violato le prescrizioni imposte dalla sorveglianza speciale di P.S. cui era sottoposto.

Fatti commessi in Serradifalco (CL) nel mese di luglio del 2005.

Intorno alle ore 22.25 di ieri 07 Aprile, nel corso di un servizio di controllo del territorio per la prevenzione e repressione dei reati in genere, nei pressi di questa Piazza Senatore Marescalchi, personale dipendente in servizio in Volante notava nei pressi di una cabina telefonica ivi ubicata un individuo riconosciuto come persona non abitante in questo centro – poi identificato nel MARTURANA – intento ad effettuare in apparenza una chiamata. Lo stesso, alla vista degli operatori, compiva una manovra atta a defilarsi per tentare di eludere un eventuale controllo.
Proprio tale tipo di atteggiamento, correlato all’ora tarda, faceva sorgere negli operatori il sospetto che tale soggetto potesse voler nascondere qualcosa. Per tale ragione gli stessi operatori si avvicinavano al predetto che, alla richiesta di giustificare la propria presenza in loco, non dava contezza di sé, asserendo di voler effettuare una chiamata poiché doveva presentarsi con urgenza in carcere per espiare una pena detentiva.
Per tali ragioni gli operatori, viste le circostanza e ricorrendo quindi motivi di particolare necessità ed urgenza, tali da ritenere che lo stesso potesse occultare e detenere illegalmente armi o quant’ altro, davano inizio ad una perquisizione ex art. 4 legge 152/75 che consentiva di rinvenire, oltre ad una somma di denaro equivalente ad euro 2.595,00 in banconote di diverso taglio, un coltellino a serramanico a punta in colore silver, della lunghezza complessiva di cm 10, con lama di cm 4 (reato per il quale il MARTURANA è stato denunciato).
Effettuati ulteriori accertamenti a mezzo della sala operativa, si appurava che il MARTURANA Gaetano Gioachino Mario, pregiudicato, risultava persona da rintracciare per essere sottoposto agli arresti, in quanto condannato con sentenza definitiva alla pena dell’ergastolo per il reato di omicidio, ed essendo stato emesso a suo carico da parte della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Catania un ordine di carcerazione. Pertanto gli operanti procedevano all’arresto del MARTURANA ed al suo accompagnamento presso gli Uffici del Commissariato di P.S. di Piazza Armerina per ulteriori accertamenti e per gli adempimenti di rito.
Giova precisare che al MARTURANA non veniva trovato addosso alcun telefono cellulare, e lo stesso risultava avere al seguito un borsone contenente biancheria varia, oltre a diversi farmaci e alla citata somma di denaro; tutte circostanze, queste, che facevano presumere che il predetto MARTURANA si stesse organizzando per darsi alla fuga.

I fatti risalgono al luglio del 2005, allorquando un ANELLO Angelo venne ritrovato, nelle campagne di Serradifalco, all’interno della propria auto, crivellato di colpi.
Secondo quanto ricostruito nel corso dell’intera vicenda processuale e delle articolate indagini condotte dalla Squadra Mobile di Caltanissetta e dal Commissariato di P.S. di Canicattì, MARTURANA e ANELLO avevano pattuito la vendita di un terreno per una somma di circa 170.000,00 €; il MARTURANA aveva però versato all’ANELLO solo un acconto di 15.000,00 €, provvedendo anche a falsificare dei documenti al fine di far risultare il versamento dell’intera somma. Al che l’ANELLO insistette nel pretendere il pagamento di quanto pattuito, e a seguito di tali pressanti richieste e dietro la minaccia di una denuncia, il MARTURANA compì l’efferato delitto.
Il MARTURANA era stato condannato all’ergastolo già in primo grado, ma in Appello la sentenza era stata sostanzialmente riformata, assolvendo l’imputato per l’accusa più pesante – quella per omicidio – e riconoscendolo colpevole per gli altri reati. Da qui la richiesta della Procura Generale e dei difensori di parte civile di ricorrere in Cassazione. I giudici della Suprema Corte nel febbraio del 2014 hanno parzialmente annullato la sentenza di secondo grado proprio nella parte in cui assolveva dall’accusa di omicidio il MARTURANA, rinviando alla Corte d’Assise d’Appello di Catania il riesame parziale del procedimento. La Corte etnea nel gennaio del 2016, ha condannato alla pena dell’ergastolo il MARTURANA.
Nei giorni scorsi la vicenda processuale è giunta alla sua conclusione, in quanto la Cassazione – a seguito di ricorso presentato dalla difesa di MARTURANA – ha confermato la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Catania, e per il MARTURANA il verdetto finale è stato “fine pena mai”.
Lo stesso, dopo gli adempimenti di rito, è stato associato presso il carcere di Enna per espiare la pena la pena definitiva all’ergastolo.