Il giudice Tona incontra i ragazzi del “Medi” di Leonforte

Lunedì 10 Aprile il giudice Giovanbattista Tona, consigliere della Corte d’Appello di Caltanissetta, magistrato impegnato sul fronte antimafia e già nelle inchieste sulla stragi di Capaci e via D’Amelio ha incontrato gli studenti del primo biennio dell’I.I.S. “E. Medi” di Leonforte. L’incontro, promosso dal prof. Gian Marco Pettignano nell’ambito delle attività connesse al progetto di Educazione alla Legalità coordinato dal prof. Antonello Bertino, è stato introdotto dall’avv. Giuseppe Greco presidente del Consiglio d’Istituto.Il dott. Tona ha raccontato all’attentissimo uditorio la mafia 2.0. La mafia del malandrino con la coppola e la lupara, stereotipo desueto e inflazionato, è rimasta solo come retaggio di brand devianti e offensivi. La mafia poliedrica e oggi come ieri ha modificato il proprio modus operandi per determinare il sistema economico, sociale e politico del territorio. Le nuove tecnologie e le croniche emergenze sociali hanno offerto uno sterminato campo d’azione fatto di alleanze e collusioni.
A questo fenomeno, sottolinea il magistrato, bisogna rispondere con “equilibrio e coraggio”. Il coraggio, in particolare, di resistere non solo alle minacce criminali, ma anche alle pressioni di un’opinione pubblica, che, istigata dai mezzi di informazione, vorrebbe rapidamente confermate alcune superficialiconvinzioni.
Tra i ragazzi intervenuti, qualcuno chiede di chi ci si possa davvero fidare oggi, considerati gli innumerevoli casi di corruzione riguardanti anche la stessa magistratura. Tona fa osservare che, in fondo, ogni notizia di scandalo ha il suo lato positivo: il fatto che quello scandalo sia emerso. Per il resto, la giustizia, come ogni altro settore amministrato dagli uomini, non sarà mai del tutto immune da fenomeni di devianza, che tuttavia vanno sempre ricondotti alla loro esatta dimensione e mai resi oggetto di pericolose generalizzazioni, che finirebbero per fare il gioco delle organizzazioni malavitose, alle quali torna comodo alimentare il pensiero secondo cui nulla potrà mai cambiare.
Una cosa è certa: l’azione di contrasto alla criminalità mafiosa non può essere affidata solo alla magistratura e alle forze dell’ordine, deve essere concreto e quotidiano impegno di tutti. Lo sottolinea, ringraziando l’ospite con la consegna di una targa ricordo, anche il Dirigente Scolastico, Maria Concetta Porrello, che indica proprio nella scuola il luogo in cui si combatte ogni forma di prevaricazione e si favorisce un’adeguata presa di coscienza della realtà.

Gabriella Grasso