Pietraperzia. Fede e devozione a Lu Signuri di Li Fasci

PIETRAPERZIA. La processione di “Lu Signuri di Li Fasci” del Venerdì Santo. Un misto di fede e devozione caratterizzano la giornata. Ad organizzare il Venerdì Santo sono il parroco della matrice don Osvaldo Brugnone e la confraternita Maria Santissima del Soccorso, Governatore Giuseppe Maddalena. La confraternita conta 82 confrati. In paese sono già arrivati numerosi camperisti. Il Comune, a tale proposito, ha predisposto numerosi punti di sosta dei camper. Tra di essi il vecchio campo sportivo di viale Marconi, lo spiazzale di via Caduti di Via Fani, lo spiazzale antistante il plesso scolastico “Vincenzo Guarnaccia” di viale Marconi.. Anche quest’anno sono attesi numerosissimi forestieri dall’intera Sicilia e anche da oltre lo Stretto. Molto belli i 18 pannelli disseminati per le vie attraversate dalla processione. Sono stati realizzati a cura di Sicilia Antica di Pietraperzia, presidente Barbara Sardo, e di altre associazioni locali. Questi i “soggetti” trattati: Piazza Carmine: Addolorata e Mascheroni teatro comunale: piazza Matteotti: Rocche e Crocifisso di Lu Signuri di Li Fasci con relativa cornice dorata. In via Umberto ce ne sono sette: Castello Barresio, Tavulata di San Giuseppe, Piramide Cirumbelle, Palazzo Mendola, Panorama, Crocifisso Caterva, Cristo Risorto e Madonna di L’Ancuntru. In via La Masa il chiostro ex convento Santa Maria di Gesù. In via Barone Tortorici veduta abbeveratoio Canale con le rispettive cannelle. In piazza Vittorio Emanuele le Fornaci di Gesso di contrada Marano. Si chiude con la via Stefano Di Blasi con 4 pannelli: Angolo Palazzo del Governatore, Crocifisso Lu Signuri di Li Fasci, Palazzo San Domenico di piazza Matteotti e si chiude con il quadro Madonna della Cava. Le manifestazioni, precedute nei giorni di quaresima da La Ladata per le vie del paese a cura della confraternita Maria Santissima del Soccorso, Governatore Giuseppe Maddalena. Il venerdì santo alle 15 celebrazioni con la Scinnuta, dalla cripta del Carmine, di Lu Signuri di Li Fasci. Tale celebrazione preceduta dalla via Crucis nella stessa chiesa. Quest’anno è stata presieduta da don Pino Rabita, direttore della Pastorale Regionale, e dai parroci di Matrice e Madonna delle Grazie di Pietraperzia don Osvaldo Brugnone e don Angelo Ventura. Subito dopo, tutti alla matrice per la continuazione delle celebrazioni.

Alle 18,30 uscita del crocifisso dal Carmine e legatura delle fasce di lino bianco. Ognuna è lunga 33 metri. A Pietraperzia molta fede e devozione caratterizzano il Venerdì Santo pietrino. Molti emigrati tornato in paese per attaccare la fascia di lino bianco, ex voto che si tramanda da generazioni. Sono circa duecento le fasce che si attaccano, a metà della loro lunghezza di 33 metri, al cerchio in ferro sottostante al Crocifisso e al globo multicolore. Quest’anno restano a riposo le fasce che vanno dal 201 al 350. Il Crocifisso, di autore ignoto, è stato realizzato tra la fine del 1.400 e gli inizio del ‘500. “Lu Signuri di li Fasci” assume una grande valenza. Infatti, nel 2009 è stato iscritto nel registro REI Registro Eredità Immateriali. Lu Signuri di Li Fasci verrà accompagnato da tre bande musicali oltre che dalle consorelle della Addolorata, Governatrice Ausilia Vitale, che portano in processione l’Addolorata. L’inizio della processione dalla chiesa del Carmine verso le 20,30 al grido di “Pietà e Misericordia, Signuri”. Molto bello e suggestivo il rito di “Li Misureddi”, nastri in raso rosso fatti baciare al crocifisso e consegnati ai fedeli che le legano al polso o alla caviglia in segno di devozione. Molto bella pure la “girata” di Lu Signuri di Li Fasci” “a la Santa Cruci” per fare ritorno, a tarda notte, nella stessa chiesa del Carmine. Il crocifisso viene tolto e riportato nella nicchia del tempio con il rito di “Lu Passamanu”. Giuseppe Maddalena dichiara: “La devozione verso Lu Signuri di Li Fasci vede la comunità intera coinvolta in un rito tanto antico quanto partecipato da tramandare alla future generazioni in un patrimonio di fede, religiosità popolare e cultura che supera il tempo e giunge intatto fino a noi”.

Gaetano Milino