Serata di successo per l’anteprima di Pippo Delbono ad Enna

Più di 400 spettatori hanno assistito, riempiendo la sala Tornatore del cinema Grivi, all’anteprima del film-documentario “Vangelo” di Pippo Delbono, organizzata dall’Università degli Studi di Enna “Kore” e proposta ai suoi studenti universitari, ai giovani studenti liceali coinvolti e alla città di Enna.

L’anteprima si è svolta proponendosi come un denso e articolato evento culturale che si è composto in vari momenti di alto livello coprendo l’arco di quasi 3 ore creando un suggestivo legame tra le manifestazioni della Settimana Santa ennese e l’opera filmica di Pippo Delbono che interroga il Vangelo per confrontarsi con il fenomeno tragico della migrazione clandestina.

La serata è iniziata con l’ingresso della Banda Città di Enna diretta da Luigi Botte che ha eseguito un brano tipico della Settimana Santa per poi aggiungersi, per l’esecuzione di un altro brano, il Coro “Passio Hennensis” diretto da Giovanna Fussone e l’Orchestra d’archi “Eco” diretta da Sergio Adamo. Dopo l’apertura musicale è stato invitato da Filippa Ilardo, nelle vesti di conduttrice della serata, il Presidente prof. Cataldo Salerno che ha evidenziato come la serata organizzata e voluta dall’Università “Kore” si propone come un evento culturale in omaggio ai propri 9.000 studenti provenienti da tutte le parti della Sicilia e non solo, e alla Città di Enna, in particolare ai suoi giovani studenti liceali, ed ha sottolineato come il carattere cristiano del dolore messo in rappresentazione nel film sia in stretto rapporto con quello espresso dalle celebrazioni della Settimana Santa ennese.

È succeduto subito dopo l’intervento del Presidente del Collegio dei Rettori delle Confraternite Ennesi, Ferdinando Scillia, per poi far salire sul palco, accompagnato dall’applauso di tutta la sala, l’artista Pippo Delbono; quest’ultimo ha salutato il pubblico con un discorso sentito soffermandosi sul legame tra quel dolore della Mater Dolorosa trattato da Scillia e quello presente nella sua opera, e si è esibito in due toccanti brani, uno, Canto d’amore, eseguito con il batterista Emanuele Primavera, l’altro, lo spiritual Motherless Child, cantato con la celebre Petra Magoni.

La proiezione in anteprima nazionale del film Vangelo che è seguita alla performance di Delbono ha catturato ed emozionato tutto il pubblico in sala che ha salutato l’artista con un caloroso applauso finale.
Tra il pubblico anche una compagine rappresentativa dei profughi ospitati presso i due centri di prima accoglienza di Enna e Pergusa.

L’evento culturale realizzato dall’Ateneo “Kore” è stato oggetto di particolare interesse non solo da parte della stampa e dei telegiornali regionali (http://www.raiyoyo.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-971a6ed0-1809-45b8-bcce-7133b4882c0b.html#p; http://www.rainews.it/dl/rainews/TGR/multimedia/ContentItem-9e9a2afa-72b4-48bb-815d-c1f433384e3e.html), ma anche di quelli nazionali, tanto che il Tg1 di RAI 1 ha realizzato un intero servizio al film di Delbono e alla serata proposta in concomitanza con le celebrazioni della Settimana Santa ennese (http://www.tg1.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-7782230e-4bd8-45fa-864b-d96184bc1348-tg1.html#p=0) nella parte finale del Tg1.

Pippo Delbono, una delle intelligenze più originali e acute della scena attuale, premio speciale per la regia ai Nastri d’argento per il film “Vangelo”, regista italiano più invitato all’estero.
Accanto a Pippo Delbono, alcune sue presenze-icona: primo tra tutti Bobò, il sordomuto e analfabeta che è stato rinchiuso nel manicomio di Aversa per 47 anni e che è diventato un volto stabile nei lavori del regista, a lui legato da un profondissimo rapporto umano.
La narrazione inizia dall’episodio dell’arresto nell’orto, commentato da due corali che si inseriscono fra la narrazione dell’evangelista e i brevi interventi di Gesù e del coro. La morte di Cristo occupa il momento di maggior rilievo nell’architettura dell’opera, che si conclude con la deposizione in cui il credente invoca la misericordia del Signore e professa la sua fede nella risurrezione della carne e nella vita eterna.
“Questa Passione ha un impianto brechtiano – dice il regista – ci mostra la lucida consapevolezza di un io che narra una storia, l’Evangelista. E ci sono personaggi che entrano ed escono dalla vicenda. Non è vero che non ha una storia, ce l’ha eccome, fortissima. Io ho lavorato per tirare fuori la teatralità che l’opera possiede intrinsecamente, con gesti semplici come una frustata, una pietra che batte su un chiodo. Bobò, con la sua presenza straniata e poetica, porta un segno di speranza, un fiore, porta l’esperienza della sua vita, la sua saggezza”.
“Per me – aggiunge – Cristo è il Cristo degli ultimi, che scende e si crocifigge insieme agli ultimi, lontano anni luce dal Cristo biondo dell’iconografia corrente. Io, che pratico il buddismo da ventisette anni, ho lavorato sul Vangelo e leggo Cristo come un grande Buddha”.