Enna: rito abbreviato per ex operatrice comunità di alloggio per “atti sessuali con minore”

Enna. Si aprirà il prossimo 4 di maggio il processo con rito abbreviato per una ex operatrice di una comunità di alloggio dell’ennese accusata di “atti sessuali con minore”. A chiedere ed ottenere il rinvio a giudizio della donna il sostituto procuratore Augusto Rio che ha coordinato le delicate indagini. Per la tesi dell’accusa, una adolescente ospite di una comunità di alloggio dell’ennese avrebbe ricevuto, una serie di sms di corteggiamento prima anonimi e poi, una volta rivelata l’identità del mittente, una ex operatrice della comunità di alloggio sarebbe iniziata una relazione poi troncata perché le avrebbe creato “vergogna ed imbarazzo”. L’ex operatrice volontaria della comunità, poco più che ventenne è difesa dall’avvocato Antonio Impellizzeri, che ha chiesto ed ottenuto la celebrazione con rito abbreviato. L’ex operatrice che ha ammesso le sue responsabilità ed ha dato disponibilità ad un eventuale risarcimento alla giovane è stata immediatamente allontanata dalla struttura in via precauzionale una volta emersi i fatti raccontati dalla minorenne ai responsabili della struttura. Tra le due giovani ci sarebbe stato un iniziale condivisione di sentimenti e di qualche momento di intimità che si sarebbe poi trasformato in motivo di “turbamento” per la giovane ospite della struttura di cui si sarebbero accorti i responsabili della comunità che ne hanno raccolto le confidenze e che hanno informato l’autorità giudiziaria e dal tribunale per i minorenni di Caltanissetta è partito l’iter concluso con il rinvio a giudizio. Le chiamate partite dall’utenza in uso all’operatrice, verso la ragazzina, sarebbero state particolarmente numerose e sarebbero state fatte anche di notte. Dopo un anno la storia si sarebbe interrotta e, una volta saputo che la minore aveva iniziato una relazione con un ragazzo, l’avrebbe chiamata dicendole che “non era il tipo adatto a lei”. L’ex operatrice era stata anche arrestata e posta ai domiciliari e poi rimessa in libertà dopo essersi impegnata, nel corso dell’interrogatorio a non contattare più la giovane ed a trasferirsi altrove. In un primo momento alla richiesta di spiegazioni arrivata dai responsabili della comunità aveva cercato di minimizzare parlando di un’amicizia. Al momento non è avvenuta alcuna costituzione di parte civile.

Tiziana Tavella per La Sicilia