Tratta Roma – Enna, pullman: solo per bianchi?

“Avevamo sopportato troppo a lungo. Più ci arrendevamo, più diventavamo complici di quel tipo di trattamento, più l’oppressione cresceva”.
Rosa Park

Rosa Parks fu la donna che nel dicembre del 1955 salì su un autobus a Montgomery, in Alabama, e non trovando posto nelle file riservate ai neri, ne prese uno nel settore comune e si rifiutò di cederlo a un bianco arrivato dopo di lei. Rosa Parks, la sarta afroamericana rimanendo semplicemente seduta, diede l’avvio alla lotta contro il razzismo in America.

Il 23 maggio del 2017 sul pullman della tratta Roma – Enna delle ore 21 gli autisti di una nota compagnia di trasporti hanno fatto accomodare i migranti presenti sul pullman nei posti di dietro e i bianchi nei primi posti. A denunziare l’accaduto sono due ragazzi dello SPRAR, centro di richiedenti asilo di Piazza Armerina gestito dall’associazione Don Bosco 2000, recatisi nella capitale per ritirare i propri passaporti presso le Ambasciate dei Paesi d’origine. A parlare è Modì Diawara, maliano di Kay, titolare di protezione umanitaria che racconta: “Quando siamo saliti sul pullman, nonostante fossimo i primi a salire e ci fossero tutti i posti liberi, l’autista ci ha indicato di andare al piano superiore del pullman e di sederci nei sedili in fondo. Ho chiesto il perché di questa sua scelta e lui mi ha risposto dicendo che i biglietti erano numerati. In realtà non è così, nessun biglietto assegnava il posto. Ho chiesto ancora spiegazioni ma l’autista mi ha detto: si fa così e basta, se non vi va bene potete anche scendere”. Hassan Ibrahim, sudanese anche lui titolare di protezione umanitaria, aggiunge: “A Roma, quando il pullman si è riempito di persone erano circa 25 gli africani seduti in fondo al pullman ed il resto dei bianchi erano seduti davanti. Questo non succede neanche in Sudan, non si vede da nessuna parte al mondo”. In Italia succede.
E’ successo. Il grave fatto è stato comunicato agli organi di stampa perché l’oltraggio ai più elementari diritti suscitasse indignazione fra i lettori.
La redazione di ViviEnna ha raccolto l’invito e auspica una risposta di civiltà per quanto accaduto.

Gabriella Grasso