Rifiuti a Pasquasia. Udienza preliminare per l’ex Presidente della regione Lombardo e l’ex assessore Russo

Dal disastro ambientale colposo al concorso nell’abbandono incontrollato di rifiuti sino alla creazione di due discariche abusive da 70 mila metri quadrati a Pasquasia. Sono le ipotesi di reato, contestate dalla procura di Enna, aggravate dalla contestazione di “abuso di potere e violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione”, all’ex presidente della regione Raffaele Lombardo (nella veste anche di ex delegato in materia di bonifiche e di risanamento ambientale dei suoli) ed all’ex assessore all’energia Pietro Carmelo Russo difeso quest’ultimo dagli avvocati Nino Caleca e Marcello Montalbano. Il prossimo 13 luglio, su richiesta depositata dal sostituto procuratore, i due ex componenti del governo regionale dovranno comparire davanti al Gup del tribunale di Enna, Elisabetta Mazza, che dovrà valutare se dare o meno il via al giudizio di primo grado a 6 anni dall’avvio dell’indagine, nata dalla denuncia di uno sversamento di olio dielettrico causato da un furto di fili di rame. Quello che trapela dagli atti di indagine non si ferma per risalto al nome di primo piano dell’ex governatore siciliano Lombardo difeso dall’avvocato Massimo Motisi. Ci sarebbero numeri impressionanti sul danno ambientale. Sul sito sarebbero stati rinvenuti circa 910 mila chili di materiai contaminati dall’amianto. Consistenti sarebbero anche le quantità di rifiuti classificati come pericolosi, tra scarti di lavorazione dei sali potassici ed altri materiali a rischio. Le 2 discariche abusive arriverebbero a coprire una superficie da 70 mila metri quadrati. Oltre 5 mila i chili di olio dielettrico non smaltito. Pesante la stima fatta dalla procura di Enna sulla presunta contaminazione del terreno da amianto: 15 mila tonnellate. Pesante il bilancio finale che completa il quadro di accusa “910.459 chili di materiali contenenti amianto e di 15 mila tonnellate di terreno contaminato da amianto e altri rifiuti pericolosi”. Durante l’udienza preliminare sarà avanzata, dall’avvocato Antonio Impellizzeri la richiesta di costituzione di parte civile di una proprietaria di terre nella zona di Pasquasia che denunciò lo sversamento dell’olio dielettrico facendo scattare le indagini. Indagini che determinarono anche il sequestro del sito per due anni e la disposizione urgente di lavori di bonifica. Lavori a loro volta finiti nel mirino della procura antimafia nissena, che ha avviato una ulteriore indagine “bonifica Pasquasia ” coordinata dai carabinieri di Enna,che ha portato lo scorso ottobre all’esecuzione di alcune ordinanze di custodia cautelare per i presunti componenti di un’associazione per delinquere per smaltimento di rifiuti tossici, peculato e frode, con contestazione per alcuni di concorso esterno in associazione mafiosa.
Tiziana Tavella per la Sicilia

“Il presidente della Regione ha due funzioni – ha dichiarato Lombardo all’uscita dal palazzo di giustizia di Enna, il 10 ottobre 2014, Raffaele Lombardo – quella di presidente e quella di commissario delegato per l’emergenza bonifiche. La prima viene delegata all’assessore all’Energia, tra le cui competenze c’è quella della bonifiche; nella seconda di commissario delegato, il presidente agisce con un soggetto attuatore cui sono demandate le funzioni di attuare l’ordinanza. Sia l’assessorato Energia che il soggetto attuatore hanno operato correttamente. Mancava un progetto esecutivo che era stato affidato a Sviluppo Italia che arrivò successivamente, e mancavano le risorse reperite successivamente per 23 milioni di euro. Reperite le risorse si è fatta la gara per la messa in sicurezza”. Lombardo era stato già interrogato nel 2011 poco dopo l’apertura dell’inchiesta. L’ex presidente della Regione Lombardo era indagato con gli ex assessori della sua giunta Pier Carmelo Russo, alle Infrastrutture e Giosuè Marino all’Energia, e con il funzionario Pasquale La Rosa, che aveva il compito di sovrintendere alla miniera. La bonifica di Pasquasia era stata appaltata dopo l’inchiesta che coinvolge Lombardo. I lavori sono però fermi dal marzo 2013, quando l’area della ex miniera è stata sequestrata, nell’ambito di una indagine che nulla a che vedere con quella del 2011, su provvedimento dalla Dda di Caltanissetta, che ha indagato, tra l’altro sull’ipotesi che i rifiuti tossici provenienti dalla bonifica di Pasquasia, venissero smaltiti illegalmente. Per questa ipotesi la Dda nissena ha emesso avvisi di garanzia a carico dei titolari della ditta “1 Emme soluzioni ambientali Srl”, aggiudicataria dei lavori di bonifica, di alcuni responsabili del cantiere di bonifica, di ditte che avevano sub appalti e di alcuni pubblici ufficiali. I reati contestati agli indagati del troncone di inchiesta coordinato dalla Dda sono traffico illecito di rifiuti tossici nocivi, associazione per delinquere finalizzata alla frode in pubbliche forniture contro la pubblica amministrazione.