Enna: misura cautelare a stalker, cerca di sabotare l’auto della moglie, sfiorata tragedia

Nella giornata di ieri, la Polizia di Stato ha proceduto all’esecuzione dell’Ordinanza di applicazione di misura cautelare del divieto di avvicinamento all’abitazione, ai luoghi frequentati dalla vittima e di comunicazione con la medesima, nonché dell’obbligo di dimora, disposta dal G.I.P. c/o il Tribunale di Enna, Dott. Giuseppe La Placa, nei confronti di B.A., ennese, pregiudicato, classe 1969.
Il provvedimento cautelare, emesso su proposta dei Sostituti Procuratori della Repubblica Dott.ri Giovanni Romano e Francesco Lo Gerfo, è stato eseguito dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Enna – diretti dal Vice Questore Aggiunto Dott. Gabriele Presti e coordinati dal Commissario Capo dott. Emanuele Vaccaro. L’uomo risulta gravemente indiziato di reiterate condotte persecutorie ex all’art. 612 bis. comma 1 e 2 c.p, lesioni aggravate ai sensi dell’art. 582 e 585 comma 1 c.p., in relazione all’art. 577 comma 2, e danneggiamento di cui all’art. 635 c.p., nei confronti della moglie per averla più volte picchiata, distruggendole gli oggetti della casa, privandola di denaro, chiavi dell’auto, ingiuriandola, pedinandola, tagliando addirittura i tubi dei freni dell’autovettura a lei in uso, efferato gesto, quest’ultimo, suscettibile di poter provocare una tragedia.

I FATTI

Dopo decenni di maltrattamenti subiti nel corso della convivenza, in Enna, la donna decideva di lasciarlo, ma l’uomo non ci stava e anzi diventava ancora più violento, tanto da spingere la moglie a denunciarlo alla Polizia di Stato. Come se ciò non bastasse, dopo insistenti e fallimentari tentativi di avvicinare la donna, vedendosi sempre più rifiutato, il marito, accrescendo il suo stato d’ira, architettava una pericolosissima trappola: tagliava i freni dell’auto in uso alla moglie e, per indurla a mettersi alla guida, le mandava alcuni messaggi.

In particolare, a seguito di un ennesimo episodio, la donna chiamava la Polizia di Stato al numero d’emergenza “113” e, nel riferire di temere una possibile aggressione da parte del proprio marito, con il quale era in fase di separazione, chiedeva l’intervento di una pattuglia delle Volanti, presso l’abitazione ove si trovava, ove poco prima si era presentato il suddetto coniuge. La signora, nella circostanza, riferiva ai poliziotti che il suo timore circa una probabile aggressione in suo danno da parte del marito, fra l’altro, derivava da un ennesimo grave episodio riscontrato quel giorno, consistente nel taglio del tubo in gomma del sistema frenante della sua autovettura. Nello specifico, il tubo era stato tagliato con un taglierino. La povera donna, a tal proposito, riferiva che nella mattina precedente aveva parcheggiato il veicolo nel centro storico di Enna, nei pressi dell’abitazione di una parente. Dopo aver ripreso l’autovettura, nella tarda mattinata, una volta uscita dal parcheggio, azionava il pedale dei freni e, con sua grande sorpresa, pigiando il piede nell’apposito pedale, lo stesso andava a vuoto. Fortunatamente, la donna, utilizzando il freno a mano, riusciva a bloccare il veicolo e, una volta riparcheggiatolo, contattava un meccanico, il quale le diagnosticava il danneggiamento dei freni, e in particolare la rottura del tubo in gomma che alimenta l’olio del sistema frenante del veicolo, gesto quindi doloso.

Nel prosieguo dell’attività investigativa, i poliziotti ennesi visionavano il sistema di video sorveglianza cittadino, nei pressi del luogo ove era parcheggiata l’auto della donna. Dalla visione delle immagini gli investigatori riconoscevano proprio le fattezze del B.A., il quale veniva immortalato nei frangenti in cui si abbassava sotto le ruote anteriori verosimilmente per armeggiare sulla macchina, per diversi secondi, utilizzando un oggetto che prelevava e riponeva nella tasca dei pantaloni.
Inoltre, ad aggravare la condotta del marito, si evidenziava che lo stesso, dopo aver danneggiato il sistema frenante del veicolo della moglie, durante la giornata, provava a chiamare ripetutamente la donna, nonché le inviava degli sms, sollecitandola a spostare l’auto, per la presenza di fantomatici vigili e di un carro attrezzi, che avrebbero potuto rimuovere l’auto, dall’uomo asseritamente parcheggiata in divieto.
Le positive risultanze d’indagine, acquisite dagli investigatori erei, venivano rassegnate alla Procura presso il Tribunale di Enna che, valutata la fondatezza de fatti, proponeva l’applicazione di una misura cautelare accolta dal G.I.P., che disponeva a carico dell’uomo la misura del divieto di avvicinamento all’abitazione, ai luoghi frequentati dalla vittima e di comunicazione con la medesima, nonché l’obbligo di dimora nel comune di Enna, con rigide prescrizioni orarie di permanenza domiciliare.