A terzo tentativo in porto appello ATI contro decisione Tar su ricorso di AcquaEnna su partite pregresse. Assenti Assoro e Nicosia

Al terzo tentativo va in porto l’appello dell’Assemblea territoriale idrica contro la decisione del Tar di accogliere il ricorso di AcquaEnna sulle partite pregresse. Nella sua azione il gestore del servizio idrico contestava all’Ati la titolarità a decidere sulla sospensione delle partite pregresse, per un periodo di sei mesi, sostenendo che non essendosi completata la liquidazione dell’Ato idrico la nuova struttura non poteva deliberare tale scelta.
Il Tar ha accolto le motivazioni del ricorso provocando la contro-reazione dei sindaci, più o meno tutti d’accordo almeno ufficialmente, che ne hanno discusso in assemblea rimandando la decisione dell’appello al direttivo della stessa Ati. Per due volte in una settimana, però, è mancato il numero legale e solo ieri si è riusciti a deliberare in assenza dei soli sindaci di Assoro e Nicosia.
In questo modo l’Ati difenderà le proprie scelte indirizzate già a fine febbraio quando si decise per la sospensione delle partite pregresse per sei mesi, un periodo considerato giusto per capire se sono legittime. Attraverso l’azione deliberata dal direttivo dell’Ati si capirà se le ragioni a monte dell’ordinanza cautelare saranno condivise dal giudice d’appello in considerazione che, secondo la stessa Ati, si tratta di ragioni formali relative alla piena funzionalità dell’Ati che, ha sostenuto il presidente dell’assemblea idrica Maurizio Dipietro, è imputabile solo ad una situazione legislativa regionale confusa e lacunosa.
«Noi facciamo il nostro dovere che è quello di tutelare i nostri concittadini consapevoli che sulla vicenda del servizio idrico c’è molto da lavorare» dichiara Dipietro anche alla luce di una recente riunione svoltasi all’assessorato regionale Energia «alla quale ho partecipato e da cui è emersa la necessità di rafforzare il ruolo dell’Ati per le scelte sul servizio idrico che dovrà compiere».
Nel corso della stessa riunione si è stabilito, riporta Dipietro, che l’Ato in liquidazione «deve fare una serie di adempimenti entro il 30 giugno per passare poi pienamente tutte le funzioni all’Ati».
Si va dunque verso un chiarimento intanto sull’autorità unica che ha voce in capitolo risolvendo l’eterno dubbio di chi, tra Ato idrico ed Ati, è ufficialmente ed in tutto responsabile sulle delicate scelte da operare, una su tutte appunto le partite pregresse.