Valguarnera: presente e sul futuro del Parco minerario Floristella

Valguarnera. «Sono passati ventisei anni dalla sua istituzione. A quando una riflessione pubblica sul passato, sul presente e sul futuro del Parco minerario?». È questo l’interrogativo che pone Salvatore Trapani, primo presidente e co-fondatore, in quel lontano 1991, dell’Ente Parco minerario Floristella Grottacalda. E la rende pubblica la sua domanda. Con una lettera aperta indirizzata all’attuale presidente del Parco, alle massime autorità regionali, alla deputazione del territorio e ai sindaci dei comuni interessati.

«Era il 15 maggio 1991 – scrive Trapani – e quel giorno venne salutato in Sicilia come il giorno di un evento importante, trattandosi della nascita di un parco d’archeologia industriale assolutamente inedito nell’Italia meridionale. Negli anni successivi l’Ente Parco si è dato una sede, ha sviluppato una sua progettualità, ha ottenuto importanti riconoscimenti di valenza nazionale ed estera, sino all’ingresso nella rete mondiale dei Geositi/Geoparchi. E diversamente dagli altri musei minerari istituiti con la stessa legge del ‘91 e mai decollati, il Parco di Floristella oggi è una realtà». Ma questo “miracolo” sembra essersi arenato nell’apatia dell’attuale amministrazione regionale che non consente all’Ente di operare come dovrebbe. In primis, per il mancato adeguamento dello statuto che aspetta di essere rielaborato ope legis dall’Assessore regionale ai Beni culturali. Senza lo statuto il presidente del Parco non può insediare il Consiglio d’amministrazione, e senza quest’ultimo non si possono approvare il Bilancio e gli altri atti gestionali e di programmazione. Un paradosso della burocrazia che mal si concilia con la volontà di rilancio dell’Ente Parco, espressa con chiarezza dalla presidenza della Regione nel momento in cui ha nominato il presidente Rosario Cultrone e ha dato corso al tavolo tecnico per riavviare i lavori a Palazzo Pennisi che aspetta di essere completato quale “museo della civiltà mineraria siciliana”. Ma niente, anche quest’altra iniziativa sembra essersi arenata! E sembra proprio che in provincia di Enna non si riescano a sciogliere quei “lacci e lacciuoli” che ne impastoiano l’economia compromettendo sul nascere ogni ipotesi di sviluppo. «Purtuttavia – continua la lettera di Trapani – il Parco minerario può avere un futuro soltanto se si “salva” il Palazzo Pennisi di Floristella, ovvero quel luogo divenuto simbolo della civiltà mineraria siciliana e per questo destinato a diventare museo dello zolfo sin dai tempi del soprintendente Gianfilippo Villari». «Per questo dunque, per assicurarci una carta vincente in grado di scongiurare l’ombra dell’ennesima “missione incompiuta” e per rilanciare il Parco nell’attenzione politica regionale» viene proposta «una giornata da dedicare alla riflessione sul futuro dell’Ente parco minerario, con l’auspicata presenza del Presidente della Regione, degli assessori, della deputazione territoriale e dei sindaci e rappresentanti degli enti locali interessati». Salvatore Di Vita