Fabio Accardi, Sindaco di Barrafranca: “Dove la destra, dove la sinistra!”

Altro che “caro Rosario ti scrivo….”
Nel 1994 Il grande Gaber, si interrogava, in una formidabile canzone “ma cosa è la destra, cosa è la sinistra!”. Oggi a meno di 80 giorni dalle elezioni regionali in Sicilia verrebbe da chiedersi “ma dov’è la destra dov’è la sinistra!” visto che ancora né il centro destra né il centro sinistra hanno un candidato a futuro Presidente della Regione Siciliana e tanto meno un progetto per la Sicilia.
Eppure le elezioni sono alle porte e i problemi della Nostra amata terra si aggravano sempre di più. Lo sanno i siciliani e con grande amarezza lo vivono quotidianamente coloro che amministrano uno dei 390 comuni dell’isola. Se poi si amministra uno dei 23 comune in dissesto c’è poco da ridere o da far parodie, con tutto il rispetto per il Presidente Cuffaro.
Oggi sui sindaci ricade, come un macigno, tutto il peso del mal governo e delle scelte politiche degli ultimi anni, almeno agli occhi dei nostri cittadini. Dallo Stato centrale e dalla Regione anziché ricevere risorse per le nostre comunità riceviamo tagli o imposizioni al fine di mettere in equilibrio i bilanci dei Comuni. Anche quando questo richiede sacrifici insopportabili per i cittadini.
La scellerata cancellazione delle province e il commissariamento dei consorzi dei Comuni ha acuito le problematiche della viabilità, dell’edilizia scolastica, dei servizi ai disabili, della pianificazione e programmazione di area vasta e a isolato i Comuni che, sempre più, sono diventati il capro espiatorio dell’assenza di un interlocutore intermedio tra Comune e Regione.
Tanti i nodi irrisolti della politica regionale per i quali i cittadini chiedono conto e ragione a l’ultimo interlocutore rimasto , “il primo cittadino”, dalla questione rifiuti, al precariato, ai forestali, ai piani sanitari, alla riorganizzazione dello Stato nei territori con il taglio degli uffici e la marginalizzazione dell’entroterra, etc, etc, etc.
I nostri centri si spopolano, i giovani scappano a cercar fortuna all’estero o al nord Italia. Chi in questi anni ha investito in agricoltura paga con amarezza la miopia di una classe dirigente che non ha saputo proteggere i propri prodotti e non ha saputo pianificare e organizzare il sistema delle dighe e della distribuzione dell’acqua, bene primario per potere avere un’agricoltura competitiva in Europa. Da anni non si investe in infrastrutture viarie per il trasporto sia su gomma che su rotaia utili al commercio, al turismo e all’economia in genere, però ogni tanto qualcuno tira fuori l’idea dell’autostrada a pagamento.
L’antipolitica lancia il proclama dell’abusivismo di necessità e sicuramente ai Sindaci toccherà difendere la legalità difronte alla “necessità”.
Poi c’è lo slogan “emigrati vi faremo rientrare!” dopo che si è distrutta la formazione professionale, la buona scuola di Renzi ha delocalizzazione migliaia di insegnanti al nord e la Sicilia si svuota a ritmi vertiginosi.
Se l’antipolitica ha affilato i coltelli del populismo e della demagogia non vorrei che la “politica” si stia preparando all’ennesimo autogol perché se così fosse non ci resterà che cantare una conosciutissima canzone di Bennato:
“L’Isola che non c’è”…PIÙ!

Fabio Accardi Sindaco di Barrafranca



Personali considerazioni in risposta all’articolo comparso su Live Sicilia il 16 agosto dal titolo “Caro Rosario Ti scrivo…” Cuffaro “le canta” a Crocetta