Leonforte: Mozione di sfiducia a Sindaco rinviata per numero legale. Presidente del Consiglio annuncia dimissioni

Leonforte. Rinviata a venerdì pomeriggio, in terza convocazione, la trattazione della mozione di sfiducia presentata da 6 consiglieri del Pd: Cremona, Di Naso, Romano Floriana, Salamone, Castiglione, Cristina Romano, e i consiglieri del gruppo consiliare Progettare Futuro, Pietro Vanadia e Giovanni Ghirlanda.
Presenti, giovedì, ad inizio seduta, 14 consiglieri su 20; assenti 6: Astolfo, Scaccia, Ferragosto, Stella, Barbera, Forno. Nelle comunicazioni, il Presidente del Consiglio, Antonino Di Naso ha preannunciato l’intenzione di dimettersi dalla carica di presidente del consiglio.
A seguire, una sequela di comunicazioni e interventi in via pregiudiziale sulla delibera della mozione di sfiducia.
Il primo ad intervenire è Grillo per dare  lettura delle sue dimissioni da capogruppo consiliare del Pd.
Sanfilippo, facendosi portavoce dei cc: Stella, Ferragosto, Astolfo, Scaccia e Barbera, esprime sostegno allo stesso non volendone peraltro accettare le dimissioni.
Smario e Di Sano, quali componenti del gruppo consiliare Udc-Articolo 4, ribadendo ai presenti che una mozione era già stata presentata due anni addietro “quando il tutto aveva un senso” e, ritenendo questa mozione “speciosa e non supportata da problemi di carattere politico amministrativo ma da beghe interne del Pd” hanno dichiarato di abbandonare l’aula e di non partecipare alle votazioni.
Sanfilippo, in rappresentanza dei 7 consiglieri Pd contrari alla sfiducia, dando lettura di un documento, ha approfondito le modalità del mancato dialogo tra i vari organi e componenti del partito riguardo alla sfiducia spiegando alcune dinamiche: “Da più di un anno, il Partito Democratico di Leonforte non ha una segreteria, ma un coordinamento del quale fanno parte quattro esponenti rappresentativi delle varie sensibilità politiche; coordinamento quasi mai convocato dal segretario di sezione” E ancora “La mozione di sfiducia rimane una scelta di “quattro amici al bar”, i quali, probabilmente, non riconoscendosi più nel partito democratico e pronti a traghettare in altri contenitori politici, tentano di distruggere tutto ciò che si è costruito”. Pertanto, non si è entrati nel merito della mozione “a tutela del proprio partito e preservandolo da speculazioni varie in virtù del percorso politico intrapreso”.
In conclusione, anche Sanfilippo e Grillo hanno abbandonato l’aula rinunciando al gettone di presenza della seduta di oggi.
Il Sindaco ha parlato di “atto amministrativo proposto a ridosso della campagna elettorale regionale ed in prospettiva delle prossime amministrative che vorrebbe mascherare le conflittualità laceranti tra le diverse aree del partito attraverso una pseudo verifica amministrativa” e ha rimarcato il mancato ruolo di presidente super partes a Di Naso.
Ghirlanda, sempre in via pregiudiziale, si è soffermato sull’aspetto “matematico” di questa amministrazione partendo dal concetto di numero 0. “Lo zero vale nulla ma conta molto. A Leonforte è da anni che facciamo i conti con lo zero. Non quello che moltiplicato per 10 aumenta le potenzialità, ma moltiplicato per zero, annullandole”. Toni forti e schietti quelli del cc di Progettare Futuro, firmatario della mozione “Pd capace di produrre chiacchiere, liti e numeri 0. In politica non sono richieste capacità e nemmeno risultati agli uomini zero ma solo continuità”. E dopo una chiosa sul Sindaco e la Giunta “Incapaci e inconcludenti per la gestione della cosa pubblica”, l’inquietante conclusione: “Il Pd leonfortese, fabbrica di numeri 0 sarà in grado di sfornare un altro moltiplicatore di nullità”.
Floriana Romano ha trovato sgradevole la definizione di “4 amici al bar” e ha detto avvilita: “Più che l’appartenenza a un partito a un certo punto, per chi ha deciso di presentare la mozione, valgono i principi e i valori molto spesso calpestati”, per poi criticare l’assenza di chi dovrebbe stare in aula a difendere l’operato dell’attuale amministrazione, e concludere così: “la nostra azione assolutamente libera da ogni regia esterna e non ha nulla a che vedere con la mozione al sindaco di Enna”. (in trattazione lo stesso giorno alla stessa ora).
Intanto il numero dei cc rimasto in aula comincia a mettere in bilico la prosecuzione della discussione e c’è sempre più irritazione per la piega che ha preso la seduta: dagli interventi pregiudiziali si è sottilmente passati al giudizio su Amministrazione e partito di appartenenza sino  a delle quasi anticipazioni di dichiarazioni di voto, senza mai entrare ufficialmente nel merito della mozione di sfiducia.
Vanadia,altro firmatario della mozione di sfiducia, ha puntualizzando che non si è di fronte ad un agguato nei confronti del Sindaco: “Il nostro gruppo ha sempre contestato l’operato di questa amministrazione e lo abbiamo dimostrato con la mozione di sfiducia che avevamo tentato di discutere nel gennaio 2016, e poi la mozione di censura nel gennaio 2017”. Con l’occasione Vanadia si è anche pronunciato su tutte le criticità dell’amministrazione Sinatra: randagismo, sanità, semafori, multe, rifiuti e dislocazione antenna Telecom. Al primo cittadino ha tuttavia riconosciuto una bravura “Mettere d’accordo consiglieri di destra, di sinistra, di maggioranza, di centro, appartenenti alle liste civiche, indipendenti, che mettono da parte le proprie divisioni ideologiche e politiche, compiendo l’estremo atto, la sfiducia”.
La Delfa si è chiesto come mai una iniziativa del genere sia stata presa senza coinvolgere le opposizioni, e non ha condiviso la “tardività” della mozione.
Anche Trecarichi ha avanzanto un interrogativo “Chi resterà a far parte del Pd?”.
Constatato che in aula sono rimasti 10 consiglieri (Salamone, La Delfa, Trecarichi, Cristina Romano, Castiglione, Cremona, Di Naso, Floriana Romano, Ghirlanda e Vanadia), e venuto meno il numero legale, la trattazione della mozione di sfiducia al Sindaco Francesco Sinatra è stata rinviata in seconda convocazione, un’ora dopo,  con lo stesso esito.
Decisiva dunque, la terza ed ultima consultazione di domani pomeriggio che necessiterà di 14 pareri favorevoli per far passare l’atto di sfiducia.

Livia D’Alotto