Troina, sono 46 i migranti fuggiti dai loro paesi poveri e devastati da conflitti per cercare condizioni di vita migliori e dignitosi

Troina. Sono 46 i migranti ospitati nei centri di accoglienza gestiti dalle due cooperative sociali di Piazza Armerina: Sud Servizi e Solmed. Tra questi c’è una famiglia palestinese con otto figli di età da 3 ai 16 anni. I bambini più piccoli frequentano le scuole primarie di Troina. In gran parte provengono dai paesi dell’Africa subsahariana: Costa D’Avorio, Nigeria, Niger, Senegal, Guinea, Gambia, Burkina Faso e Mali. Tra di loro ci sono anche due che ragazzi fuggiti dal Bangladesh. Sono seguiti da quattro educatori, due psicologi coordinatori, un mediatore culturale al quale se ne aggiungerà un altro fra non molto, e da due operatori notturni. Due avvocati, che non sono dipendenti delle due cooperative, collaborano da esterni dando lezioni ai migranti sulle leggi italiane. “Per integrarli nella nostra comunità, abbiamo stipulato accordi con associazioni sportive e ricreative e diverse istituzioni, come ad esempio con il comune per impegnare i migranti nella cura del verde pubblico e colorare le ringhiere con il materiale e gli attrezzi che le due cooperative acquisteranno”, ci ha detto l’educatrice Lidia Trovato. Da parte sua, il comune sta espletando la gara per l’aggiudicazione del progetto Sprar. “Grazie alla proficua collaborazione con le forze dell’ordine e la prefettura abbiamo affrontato e stiamo affrontando alcune criticità”, ci ha detto il sindaco Fabio Venezia. Il comune istituirà un osservatorio sulla migrazione che avrà il compito di monitorare le condizioni e i requisiti dei centri di accoglienza. Tutti e 46 i migranti ospitati nei centri di accoglienza di Troina sono arrivati in Sicilia partendo dalla Libia imbarcandosi su barconi. “Siamo partiti da Gaza, dove per noi palestinesi la vita è impossibile, per raggiungere la Libia attraversando l’Egitto con i nostri otto figli e dalla Libia arrivare in Italia” ci hanno raccontato Aiman (42 anni), che a Gaza di mestiere faceva il sarto, e Nisrin, la casalinga. Qui a Troina sono ospitati in una casa di via Nazionale ad alcune centinaia di metri dall’incrocio con Corso Campania dove c’è il semaforo. Con gli abitanti del quartiere hanno un buon rapporto di vicinato. “Quando ci vedono, i bambini ci salutano affettuosamente e noi ogni tanto diamo loro dei regalini”, ci ha detto Concetta Trovato. Quando decidono di partire dai loro paesi per raggiungere l’Italia, i migranti sanno dei pericoli ai quali vanno incontro, ma è molto forte il desiderio umano di spostarsi da luoghi impoveriti e senza prospettive a terre dove pensano di trovare l’occasione per vivere con dignità. E’ questo desiderio che ha spinto Oulare Mamadi (29 anni), agronomo, a lasciare la Guinea con il suo connazionale Doumbia Adamar (19 anni). Zida Madou (18 anni) a Buikina Faso lavorava come sarto, ma non guadagnava quel tanto che gli consentiva di sopravvivere a malapena. Diatto Boubacar (19 anni), Niakhtè Madi (22 anni), Ntio Diarra, Diarra Sidiki e Kontie Dembelle (19 anni), nel loro paese, il Mali, coltivavano con le loro famiglia la terra ma il raccolto non era sufficiente per vivere dignitosamente. Da una simile terribile situazione, dal Niger, è fuggito Naser Abdulrahma (20 anni). Tutti conservano un bruttissimo ricordo del loro soggiorno nei centri di detenzione per migranti in Libia.

Silvano Privitera