Piazza Armerina. Centenario della morte del generale Cascino

Nel 1916 era stato il primo generale a entrare, a capo della Brigata ‘Avellino’, a Gorizia liberata. Era stato sempre lui, il generale Antonino Cascino, a invitare il maestro Toscanini a suonare sul Monte Santo e dirigere la banda, rischiando la propria vita. Ricorre domani il centenario della morte dell’ufficiale, medaglia d’oro al valor militare, sepolto nel Pantheon di Palermo, la chiesa San Domenico, che accoglie anche le spoglie del giudice Giovanni Falcone. Per ricordare il generale Cascino, a cui è dedicata una caserma a Palermo, e diverse altre caserme in Italia, domani mattina, il generale di brigata Claudio Minghetti, dallo scorso luglio a capo del Comando militare dell’Esercito in Sicilia, deporrà, alle ore 9.30, una corona di alloro nel Pantheon di Palermo, sulla lapide dell’ufficiale morto il 29 settembre del 1917. Una cerimonia che si terrà alla presenza delle autorità militari e civili. Sarà eseguito il picchetto d’onore per ricordare la figura del generale che, durante la prima guerra mondiale, nonostante una grossa ferita alla gamba, rimase a comandare le operazioni, e quando fu il momento di tornare nelle retrovie lasciò la barella ai feriti più gravi, aggravando in questo modo la sua cancrena che lo portò, da lì a poco, alla morte.

Sempre domani, il generale Antonino Cascino, verrà ricordato anche con un convegno che si terrà a Piazza Armerina (Enna), dove l’ufficiale nacque il 14 settembre del 1862. “Ricorderemo il centenario della morte del generale – spiega Giuseppe Mazzaglia, dell’Assessorato regionale al Turismo – con un convegno dedicato alla figura dell’ufficiale”. L’assessore al Turismo Anthony Barabagallo presenterà, sempre domani a Piazza Armerina, i percorsi storico-culturali legali della Prima guerra mondiale e della Seconda guerra mondiale.

Ma chi era il generale Antonino Cascino? Fu allievo dell’Accademia militare di Torino, poi ufficiale d’artiglieria. Capitano nel 1890, frequentò la Scuola di guerra per ufficiali di Stato Maggiore, alternando poi il servizio al reggimento allo studio di problemi tecnici. Era stato anche insegnante di armi e tiro alla Scuola militare di Modena, e aveva avviato una fitta collaborazione con le maggiori riviste militari nazionali. Promosso maggiore nel 1905, fu poi insegnante di armi, tiro e fortificazioni alla Scuola di guerra. Tenente colonnello nel 1911 e colonnello nella primavera 1915, comandò il Terzo reggimento di artiglieria pesante.

Nella prima fase della guerra mondiale il generale Antonino Cascino fu destinato a comandare reparti del parco d’assedio, fino al maggio 1916, quando assunse il comando della brigata di fanteria Avellino (regg. 231°-232°) di nuova costituzione col grado di colonnello brigadiere, subito tramutato in quello di maggior generale. La brigata Avellino, inquadrata nella 47ª divisione, fu destinata ad appoggiare l’offensiva italiana contro la testa di ponte di Gorizia nell’agosto 1916. Entrò in linea la notte tra il 7 e l’8 agosto sul Grafenberg, ebbe ragione dell’ultima resistenza austriaca e passò l’Isonzo la notte seguente, entrando in Gorizia con i primi reparti italiani. Subito dopo la brigata fu avviata contro le nuove linee austriache al di là di Gorizia e si dissanguò in vani attacchi sul monte San Marco tra il 10 e il 16 agosto.

Il 15 settembre del 1917, mentre il generale Antonino Cascino dirigeva l’offensiva dal suo posto di comando, troppo esposto, fu ferito alla coscia da una scheggia di granata; la ferita, trascurata fino a sera, si rivelò ormai grave per il sopraggiungere dell’infezione, tanto che l’ufficiale morì il 29 settembre 1917 nell’ospedale di Quisca. Alla sua memoria fu decretato il conferimento della medaglia d’oro. Domani la commemorazione dell’ufficiale eroe.


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