L’Ufficio scolastico provinciale con le procedure di Enna caricate su Caltanissetta

Da un mese sono riprese le lezioni nelle scuole dell’ennese, un avvio preceduto da una serie di adempimenti che hanno visto l’Ufficio scolastico provinciale, unificato tra Enna e Caltanissetta, impegnato su più fronti per rispondere a tutte le esigenze. Anche in provincia di Enna si sono concentrate le speranze di centinaia di docenti che avevano fatto richiesta di ritornare nella loro terra, richieste elaborate dagli uffici a cui il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale fa una menzione speciale: «Hanno lavorato giorno e notte, festività comprese, portando a termine un lavoro enorme con meno della metà delle risorse umane» dice Filippo Ciancio (nella foto) che parla subito di uno dei problemi dell’Ufficio: «Rispetto alle indicazioni del Miur, di concludere le operazioni di assegnazione provvisorie entro agosto, il nostro ufficio oggettivamente è stato in ritardo ma per la carenza di personale e con le procedure di Enna caricate su Caltanissetta anch’esso sotto dimensionato e con 187 scuole da gestire».
Ciancio entra poi nel merito del ritardo: «Le ragioni sono soprattutto la grande quantità di ricorsi che hanno rallentato il processo»; la prassi è sempre la stessa, se qualche docente non ha ottenuto la mobilità provvisoria ha presentato ricorso «e ci ha obbligato a rivedere le procedure». Tra ordinanze e diffide almeno un centinaio i ricorsi.
Ciancio spiega poi che c’è stata una quantità notevole di richieste per assegnazione provvisoria e molte accompagnate dalla “legge 104”. «Nella scuola dell’infanzia e primaria sono stati soddisfatti in pochi perchè avevamo una situazione particolare» ed è appunto quella dei ricorsi di chi, fuori provincia e fuori dalle graduatorie del Miur, si è invece rivolto ad un giudice per farsi riconoscere il diritto alla mobilità, un fatto, questo, che ha mandato in tilt ogni graduatoria così come il lavoro dell’Ufficio scolastico obbligato così a mettere da parte chi, secondo il Miur, aveva i requisiti. Otto i casi ad Enna e loro, ha detto Ciancio, «hanno occupato i posti che sarebbero andati a chi aveva i requisiti stabiliti dal ministero».
Sulla mobilità provvisoria tra Enna e Caltanissetta sono state circa 600 le richieste; per le scuole dell’infanzia e primaria si sono accolte piccole quote, per le superiori di I e II grado sono stati circa duecento con numeri notevoli nel sostegno. Rimaste irrisolte le criticità per chi vuole ritornare in provincia anche perchè nonostante la contrazione dei pensionamenti non si è riusciti ad esaudire tutte le richieste. Ad incidere anche il calo demografico, sia ad Enna che nel nisseno, anche se quest’anno l’Ufficio scolastico, spiega Ciancio, è comunque riuscito a tenere l’emorragia ma è chiaro che in futuro sarà difficile.
Ciancio ha poi spiegato che sono stati garantiti i sovrannumeri nel personale Ata e sottolineato l’importanza del mondo-scuola sullo sviluppo anche economico del territorio: «In provincia di Enna ci sono circa 2.700 insegnanti che portano, insieme a tutto l’indotto, circa 90 milioni di euro, segno che lo Stato comunque investe qui e dà ricadute positive». Sul futuro Ciancio conclude dicendo che presto si dovrà intervenire sul tempo prolungato per far diminuire i tanti casi nell’ennese.