Troina. Il sindaco Venezia, vincitore quest’anno del premio Vassallo, ha revocato a presunti mafiosi 1300 ettari di pascoli che usavano per frodare l’UE

“Il sindaco di Troina, Fabio Venezia, vincitore quest’anno del premio Vassallo, ha revocato a presunti mafiosi 1300 ettari di pascoli che usavano per frodare l’UE. Ancora una volta Legambiente è a fianco di chi si batte per la legalità. Il premio Angelo Vassallo, promosso da ANCI e Legambiente, ed intitolato al sindaco della bella politica, ha voluto gratificare Fabio Venezia “per aver difeso con coraggio la legalità nella gestione del patrimonio naturale e per la qualità dei progetti di rilancio del territorio e di riqualificazione del centro storico”. Ed il primo cittadino di Troina continua con la sua buona politica a rendere migliore il territorio che amministra. Un esempio da seguire”.

ANTONIO FRASCHILLA per Repubblica
E’ un provvedimento a suo modo storico e voluto fortemente dal sindaco del Comune di Troina, Fabio Venezia, già sotto scorta per il suo attivismo antimafia. Sfruttando una sentenza del Consiglio di Stato, l’ente pubblico ha chiesto la certificazione antimafia a un’azienda che da anni aveva in affito terreni pubblici della locale azienda silvo pastorale. Il protocollo Antoci, che obbliga gli enti pubblici a chiedere questo tipo di certificazione per chi vuole affittare terreni pubblici (sui quali chiedere poi i controbuti Ue) vale soltanto per i nuovi affidamenti, e non per quelli in essere. “Invece, grazie a una sentenza del Consiglio di Stato, abbiamo potuto chiedere la certificazione anche a chi aveva affitti in essere, chiaramente fatti in passato senza alcuna evidenza pubblica”, dice Venezia.
Il risultato è stato che quasi un terzo dei terreni pubblici del Comune era gestito da un’azienda, la società Conti Taguali srl nella quale vi è, scrive il prefetto di Catania Silvana Riccio, “la sussistenza del pericolo d’infiltrazione della criminalità organizzata in grado di condizionare le scelte e gli indirizzi della medesima impresa” e “le criticità evidenziate a carico di tutti i componenti della famiglia di Conti Taguali Giuseppe (il titolare) denotano, in maniera incontrovertibile, la vicinanza della famiglia ad ambienti criminali di spessore operanti nel messinese: non si tratta di una vicinanza occasionale ma può essere ritenuta intranea, considerati anche i rapporti di parentela esistenti tra alcuni componenti della famiglia Conti Taguali ed elementi di spicco della criminalità organizzata di tipo mafioso”.
Nell’interdittiva del prefetto viene ricostruita la mappa degli amministratori della società. Al vertice c’è Giuseppe Conti Taguali: risulta “indagato” per l’agguato al presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, ed è fratello di Sebastiano Conti Taguali che ha due cognati, Rosario Bontempo Scavo e Carmelo Bontempo Scavo, entrambi “condannati con sentenza alla pena dell’ergastolo per omicidio e 416 bis”. Altro socio dell’azienda è Signorino Conti Taguali, figlio di Giuseppe, “risulta essere tratto in arresto nel 2008 per aver fatto parte di un’associazione per delinquere di tipo mafioso, riconducibile a Cosa nostra palermitana, operante nella fascia tirrenica della provincia di Messina finalizzata alla commissione di una indeterminata serie di delitti contro il patrimonio, nonché all’acquisizione in modo diretto e indiretto alla gestione e al controllo di attività economiche imprenditoriali. Il soggetto ha terminato il periodo di sottoposizione alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno”. Tra i soci anche il fratello di Signorino, Gaetano Conti Taguali, condannato a tre anni per estorsione e porto d’armi, e gli altri fratelli che hanno avuto problemi con la giustizia di vario tipo.
“Con serietà e sobrietà ma a costo di non pochi sacrifici portiamo avanti giorno dopo giorno l’azione di legalità per liberare i terreni demaniali dei Nebordi dai tentativi di condizionamento della criminalità organizzata”, dice Venezia, da tempo sotto scorta per aver avviato revoche di terreni pubblici per oltre 4 mila ettari.