Da parole ministro Delrio emersa una speranza per le dighe ennesi

La presenza del ministro Delrio ad Enna ha permesso di conoscere meglio cosa il governo nazionale ha messo in cantiere per il territorio siciliano e quello ennese in particolare. Dalle sue parole è prima emersa una speranza sulle dighe – «abbiamo messo in campo 300 milioni, già distribuiti, di cui 66 milioni per il territorio ennese e nisseno» – seguita poi dalla doccia fredda – «c’è un problema, ho mandato la richiesta di restituzione firmata della bozza di accordo di programma per fare veloce ma, da agosto, non ho ricevuto risposta». Parole, queste, che hanno lasciato il senso di come spesso pur in presenza dei finanziamenti si fa fatica a spenderli.

Prendendo spunto dall’input lanciato da Delrio abbiamo quindi fatto un’indagine per capire lo stato di salute delle dighe dell’ennese.
Partiamo dalla Olivo in territorio barrese. La sua capacità è di 15 milioni di mc ma non è sfruttata a pieno. Da anni si attende infatti il completamento della galleria Juculia che non arriva. Sarebbero poi necessari dei lavori di manutenzione oltre alla risoluzione dei problemi sullo sbarramento. Passiamo da Barrafranca a Regalbuto alla diga Pozzillo, il più grande invaso siciliano con 140 milioni di mc ma la sua attuale capacità è di 118 milioni. Ci sono però problemi con lo smaltimento di circa 25 milioni di mc di fango che hanno coperto lo scarico di fondo e pressa contro lo sbarramento.
In territorio di Agira, ma che copre anche Regalbuto e Catenanuova, c’è la diga Sciaguana che ha una capacità di 10 milioni di mc di cui la metà utilizzabile. Anche qui necessitano interventi sullo sbarramento e questa diga assume una particolare importanza perchè potrebbe servire circa 300 imprese. Con una spesa di un milione, infatti, si potrebbe fare un collegamento con l’area di Catenanuova.
Sulla linea Ancipa (sulla cui diga non si registrano particolari problemi)-Pozzillo la condotta, pensata in modo lungimirante perchè l’acqua in eccesso della prima può riversarsi sulla seconda, negli anni è franata in alcuni punti e sarebbero necessari dei lavori di manutenzione.
Chi, oltre all’Ancipa, non riscontra particolari problemi è la diga Nicoletti che ha una capacità di 17 milioni di mc.
C’è infine una diga sconosciuta ai più che nasce nei pressi di Borgo Cascino, un piccolo invaso in terrapieno in una zona che accoglie numerose aziende agricole e di allevatori che sono però costretti a rifornirsi altrove e con costi elevati. Una piccola diga che ha un responsabile negli uffici della Regione ma che sembra abbandonata a sé stessa. In ragione di questo quadro i milioni di cui ha parlato Delrio potrebbero essere poca cosa ma se poi non si riesce a spendere neanche quelli allora c’è davvero da riflettere.