Enna. A 103 anni scopre buoni postali di un valore superiore ai centomila euro: ma sono prescritti? Poste offre solo 54.500 euro

Per anni ha pensato che quei libri sulla sua biblioteca personale custodissero le regole del sapere, ma in realtà c’era molto di più, dei buoni postali di un valore superiore ai centomila euro. Questa storia è già di per sé interessante ma a renderla speciale è l’età dell’uomo protagonista: 103 anni. Lui è Francesco Novello, docente di lettere in pensione e tutto nasce a settembre quando l’anziano sistemando alcuni ricordi di famiglia, in un libro, trova due buoni postali intestati alla nipote Antonietta, morta nubile e senza figli, ciascuno del valore nominale di 5 milioni di lire. A raccontarci la storia è Giovanni Ripoli di Agitalia, associazione che tutela i consumatori a cui si è rivolto l’anziano ennese, non prima di aver spiegato che il tipo di titoli non sono prescritti perchè al termine “naturale” di 30 anni stabilito per il rimborso, vanno aggiunti i dieci anni di prescrizione ordinaria che decorrono non alla scadenza del trentesimo anno ma da quando il titolare è in grado di far valere il proprio diritto.
Di casi simili in tutta Italia se ne sono verificati diversi e Ripoli spiega che lo scorso anno sono scaduti i buoni postali fruttiferi ordinari di durata trentennale emessi dal 1 luglio 1986 al 31 dicembre 1986 e questi possono recare sul retro un timbro con rendimenti fino al 20esimo anno diversi rispetto a quelli originari.
È stato evidenziato che i risparmiatori hanno diritto alla liquidazione in base ai rendimenti indicati sul timbro (che si sovrappone alla tabella di rendimento stampata sul buono) i quali possono essere superiori rispetto a quelli previsti originariamente dalla tabella stampata sul buono.
Sul caso specifico accaduto ad Enna, Ripoli spiega che sul momento l’anziano non ha dato peso a quei buoni postali ma successivamente un amico di famiglia dell’uomo si è recato all’Ufficio postale dove gli è stato fatto un conteggio dei buoni postali dalla data di emissione alla data del “ritrovamento”, con un conguaglio totale di euro 54.500 euro offerto come rimborso.
«In realtà ad un più attento esame dei buoni con i relativi tassi di interesse riportati sulla parte posteriore ci si rende conto che la somma offerta dalle Poste è quasi la metà di quella alla quale avrebbe diritto il risparmiatore. Abbiamo pertanto provveduto a far contabilizzare i buoni da un nostro commercialista ed è risultato un valore attualizzato di 103 mila 340 euro circa alla data della diffida» racconta Ripoli che, mettendo a a disposizione la mail agitalia@virgilio.it per chi volesse informazioni gratuite sulle modalità per ottenere il rimborso dei buoni postali, ha concluso dicendo che «una parte dell’importo rimborsato sarà devoluto in beneficenza».