Chiude ad Enna il centro di accoglienza per migranti Ipab “Santa Lucia”

casa riposoChiude ad Enna uno dei centri di accoglienza per migranti. La decisione è del centro Ipab “Santa Lucia” che allontana le voci secondo cui erano stati il Tribunale dei Minori ed i carabinieri ad ordinare la chiusura. A spiegare i motivi di questa scelta è il presidente Mario Tedesco ripercorrendo le tappe che vanno dal controllo dei carabinieri dello scorso inizio ottobre alla chiusura di questi giorni.
«Il controllo è avvenuto quando nel Centro di Pergusa gli ospiti erano in protesta da quattro giorni» esordisce Tedesco spiegando che «l’ispezione è stata il 3 ottobre, mentre il 16 è arrivato il verbale ispettivo ed il giorno dopo tramite pec abbiamo comunicato la scelta di voler chiudere la struttura». L’idea di mettere un punto all’esperienza, dicono i vertici dell’Ipab, in realtà era già maturata in precedenza e la data era quella del 31 dicembre ma la protesta dei migranti ed i danni subiti, dicono, ha accelerato tutto.
«Così come emerso anche dalla relazione dell’ispezione la struttura ha subito dei danni ma ci sono stati altri episodi in passato e noi abbiamo sempre riparato il tutto. È stato un rischio economico ma anche per la sicurezza dei dipendenti che anzi ringraziamo per l’abnegazione con cui hanno prestato il loro servizio anche di fronte a pericoli giornalieri». L’Ipab ha fornito il personale per 4 anni e mezzo per la gestione quotidiana mentre una associazione privata è stata presente con educatori e mediatori culturali.
Tedesco spiega che non c’erano più i presupposti per tenere aperta la struttura «e se mai decidessimo di aprirne una lo faremmo altrove». Sessanta i migranti minori previsti, ma in realtà erano di più perchè, osserva Tedesco, nel tempo sono rimasti anche i maggiorenni e per un periodo oltre i pochi mesi previsti.
Ma cosa ha scatenato l’ira degli ospiti stranieri? «Da noi protestavano perchè da anni attendono i documenti ed il loro obiettivo è quello di andare via».
Succede allora che arriva l’ispezione che fa emergere le difficoltà di fronte alle intemperanze e, ricostruisce Tedesco, «noi comunichiamo alla Prefettura, che porta avanti un costante controllo avuto tra l’altro anche dalla commissione dell’Onu in visita da noi, e al Comune la nostra decisione. Il 18 ottobre il Comune ci informa che avrebbe trasferito metà ospiti ed il 20 avviene il trasferimento dell’altra prte. Da quel che mi risulta la protesta di alcuni è proseguita anche in altre strutture». I dieci giorni trascorsi dall’ultimo trasferimento ad oggi «sono serviti a sistemare l’edificio riconsegnato» spiega Tedesco dicendo che «la nostra struttura non ha problemi di gestione, forse altri, ma non noi che anzi attendiamo alcuni contributi bloccati per inefficenze di altri».
La situazione intorno a Pergusa meriterà ancora degli approfondimenti perchè non sono mancate le critiche dei residenti.