Elezioni regionali. Vince Musumeci, M5S primo partito

Forza Italia prende in mano la terra del “gattopardo”, con Musumeci che diventa Governatore della Sicilia. I 5 Stelle, pur raddoppiando i voti, sono sconfitti.

Luigi Di Maio: “Il nostro voto è bello, libero, quello del centrodestra infangato dagli impresentabili”

Le urne hanno dato torto a Giancarlo Cancelleri. Il Movimento cinque stelle, nonostante abbia raddoppiato i voti, esce sconfitto dalla tornata elettorale. Cocente la delusione tra i pentastellati che credevano in una vittoria. Forza Italia si prende in mano la terra del “gattopardo”. Nello Musumeci, con il suo movimento “DiventeràBellissima” e al secondo tentativo, è il nuovo presidente della Regione Siciliana. Con lui governeranno anche Forza Italia, Fratelli D’Italia, la Lega di Salvini e l’Udc di Cesa. La Sicilia, dunque, passa in mano nuovamente al centrodestra. “E’ come rivedere, in parte- sosteneva un giovane- il film del 61 a 0, quando nel lontano 2001 Forza Italia dilagò nell’isola”. Ma il dato grave che emerge, ancora una volta, è l’alta percentuale di astensionismo. I Siciliani andati alle urne sono stati infatti il 46,7 per cento. Numeri che ci portano a dire che la maggior parte degli isolani si sono disaffezionati dalla politica. Nel 2012 avevano votato il 47 per cento, mentre nel 2008 il 66 per cento. La provincia di Enna, dove i 5 stelle sono il primo partito, fa registrare l’affluenza più bassa: 37,68 per cento. Nel parlamento siciliano fa ingresso, per la prima volta, la giovane candidata dei Cinque Stelle, Elena Pagana, 25 anni, neolaureata, originaria di Troina; riconfermata invece l’assessore uscente del Pd Luisa Lantieri (Piazza Armerina). I siciliani, dunque, hanno deciso di affidarsi a Musumeci. Ma cosa vorranno in cambio gli alleati? Forse Matteo Salvini chiederà di abolire lo Statuto Siciliano? Intanto per il leader di DiventeràBellissima è arrivato il risultato sperato: la conquista di Palazzo d’Orleans, dove ha sede il Parlamento più antico d’Europa. I 5 stelle, però, rimangono il primo partito dell’isola, raddoppiando i voti, e si attestano al 27 per cento. Nel 2012 avevano invece ottenuto il 14,9 per cento dei consensi.
”Il popolo ha mandato un messaggio alla Sicilia e alla nazione, ovvero il voto libero – ha esordito in conferenza stampa, alla presenza di oltre 150 cronisti, Giancarlo Cancelleri – Per il centrodestra invece la vittoria è stata contaminata dagli impresentabili. All’Ars – ha concluso – ci saranno deputati che non avranno mai il nostro appoggio”. Poi la scena è stata tutta per Luigi Di Maio, candidato premier. “Siamo molto soddisfatti per il risultato, abbiamo raddoppiati i consensi- ha spiegato ad inizio del suo intervento- Da qui partirà un’onda che ci porterà al 40 percento a livello nazionale. Noi- ha aggiunto- abbiamo il voto libero, bello. C’è qualcuno invece che ha vinto grazie agli impresentabili e a qualche “bambino prodigio” (riferito al figlio di Francantonio Genovese). Adesso ha concluso Di Maio- dobbiamo parlare a quella parte di Paese che non è andato a votare. L’onda partita dalla Sicilia ci deve portare tra qualche mese a chiedere l’incarico di Governo al Presidente della Repubblica”. In precedenza, nel primo pomeriggio, Manlio Di Stefano, deputato alla Camera aveva detto: ”Queste elezioni saranno ricordate per gli impresentabili nelle liste del centrodestra. La famiglia Genovese continua ad influenzare il voto nella provincia di Messina, lo dimostrano i circa 10 mila voti presi dal figlio di Francantonio, quest’ultimo condannato per reati gravi. E’ un fatto sociale allarmante”. I Siciliani, dunque, tornano a credere nelle promesse dell’intramontabile cavaliere: “tagliamo le tasse” e “facciamo il ponte sullo Stretto”. Ma la Sicilia-va detto- non ha bisogno di opere faraoniche, come il ponte, ma di strade decenti e ferrovie adeguate. L’isola necessita inoltre di una politica che guardi con interesse all’incremento dell’agricoltura e alla valorizzazione delle bellezze artistiche. Una politica capace di far crescere il turismo, risorsa principale della Sicilia. Altro dato di queste Regionali è rappresentato dalla sonora sconfitta del Partito democratico (13 per cento) che sicuramente paga la politica disastrosa portata avanti negli ultimi cinque anni da Rosario Crocetta, che adesso reclama visibilità in vista del voto nazionale. Male il Pd, con il segretario nazionale, Matteo Renzi, accusato per essersi speso pochissimo (solo un’ora) per il candidato Fabrizio Micari). Un Pd che dovrà risolvere tanti problemi anche nel capoluogo ennese: clamoroso è stato durante la campagna elettorale il duello tutto interno al partito tra gli uscenti Mario Alloro e Luisa Lantieri, quest’ultima appoggiata da Mirello Crisafulli. Alla fine, in questa prova di forza di Crisafulli, ha vinto la Lantieri. Ritornando in ambito regionale, Sinistra italiana e Mdp, con Claudio Fava, superano di poco il 6 per cento. Meno dell’1 per cento i suffragi per ”Siciliani Liberi” del candidato Roberto La Rosa. Insomma, i giochi sono fatti, con la Sicilia nuovamente tra le mani del centrodestra. Adesso però occorrono risposte concrete. Musumeci ha chiesto fortemente i suffragi (dicendo anche di non votare gli impresentabili che si trovavano nelle liste a lui collegate) e i siciliani hanno creduto in lui. È pur vero che la Regione Siciliana ha seri problemi finanziari, ma a Musumeci, adesso, si chiede un cambio di rotta. Si chiede di voltare decisamente pagina, di eliminare tutti quegli sprechi che hanno divorato l’isola. Ma si chiede soprattutto di creare occupazione e lavoro. Al fine di evitare che tanti altri giovani lascino queste terra, ricca di storia, arte e cultura.

​​Francesco Librizzi