Leonforte. Via Università Popolare

Leonforte. In attesa di differenziare l’immondizia paesana gli universitari, lunedì sera, hanno discusso di toponomastica e illustri dimenticati. Ai tempi del principe, esordisce la professoressa Maria, la toponomastica non era celebrativa, si limitava a nominare le vie e le contrade coi nomi delle famiglie che vi si erano insediate per prime o con la peculiarità del luogo. In epoca post unitaria si ricorse ai mestieri e quindi: vico Bottaro, Calderai, Pentolai, Tegolai. Dalla lettura di una mappa del 1877 di Leonforte si evincono le strade principali: Cassaro, Piazza del Mercato Piano della Scuola. Con il fascismo la toponomastica divenne “apologetica”, le strade servirono alla propaganda e la parte a nord del Piano della Scuola divenne: Roma, Spalato, Dalmazia, Fiume, Zara e XXVIII Ottobre. Curiosa la vicenda di via Oglialoro. Gli Oglialoro nominarono la via che abitavano, in epoca fascista però via Oglialoro divenne via XXVIII Ottobre per ridiventare via Oglialoro in seguito alla damnatio memoriae post bellica, ma Oglialoro fu anche un discusso fascista paradossalmente riabilitato dal revisionismo antifascista, che fece di via del Littorio via Della Resistenza e di via della Libertà corso Umberto I. Con Bonanno sindaco si istituì una commissione toponomastica, che battezzò l’urbanizzazione ultima di cda Catena e S. Elena ricorrendo a toponimi evocanti i gemellaggi con Paranà e Raccuja. Attendiamo ancora la via Elisa Valenti, vittima di mafia. Via promessa dalla vice sindaca Rosa Maria qualche tempo addietro. Una via meriterebbe pure Francesco Tenerelli, Senatore del regno, nato a Leonforte nel 1839. Sindaco di Catania recuperò il corpo di Bellini e ne celebrò la memoria nella Villa e nella statua. Leonforte gli deve le scuole elementari e maschili e femminili. Statalizzando le scuole religiose degli Scolopi e delle Collegine nel 1860 e nel 1871, Tenerelli contribuì alla scolarizzazione del paese natio. Di certo lo scandalo bancario in cui fu coinvolto gli macchiò le carte tanto da precluderne ogni, altrimenti doverosa, celebrazione. A nulla sono valse le molte opere di modernizzazione infrastrutturale e di impegno sociale, non fu pigrizia o ignoranza quella che portò la ligia amministrazione a preferirgli Via Lussemburgo, Via Cina, Via Francia et similia, fu amor di correttezza.

Gabriella Grasso