Fuoriuscita del Comune di Valguarnera dall’Ente Parco Floristella

Valguarnera. Al Comune continuano a chiamarlo «consorzio» ma l’Ente Parco Minerario Floristella-Grottacalda è un ente di diritto pubblico della regione siciliana e come tale non può essere ricompreso tra le società partecipate da alienare. Ciò nonostante la giunta municipale, con propria delibera n. 125 del 17 novembre scorso, lo ha classificato tra quelle forme giuridiche che prevedono la dismissione tout court con la semplice deliberazione del consiglio comunale.
Eppure l’argomento sembrava essere stato sufficientemente chiarito quando, nel marzo del 2016, la stessa giunta, con lo stesso funzionario proponente, avevano deliberato analoga proposta di fuoriuscita del Comune di Valguarnera dalla compagine dell’Ente Parco. L’iniziativa allora provocò un vespaio di polemiche contro l’operato dell’amministrazione, con la presa di posizione del gruppo di minoranza «l’Altra Voce», del movimento politico «Insieme per Cambiare», della Legambiente Sicilia con Peppe Amato e di numerosi cittadini costituitisi nel comitato «Giù le mani da Floristella».
Il sindaco Draià tentò di spiegare la sua posizione, dicendo: «Ce lo chiede la Corte dei conti», ma lo stesso Organismo contabile, all’uopo interpellato dalla stessa amministrazione comunale, scrisse nel parere che il Parco «non è soggetto a verifica discrezionale da parte del comune» e che sussiste «l’impossibilità di dismissione dalla partecipazione».
«Non mi hanno notificato ancora nulla – dice Rosario Cultrone, presidente dell’Ente Parco – La vicenda sembrava sufficientemente chiarita con l’acquisizione dei pareri necessari, ma aspettiamo di vedere cosa effettivamente hanno determinato e, chiaramente, per la salute dell’Ente, assumeremo tutte le iniziative necessarie, perché questo percorso sarebbe assolutamente pericoloso giacché venendo meno le risorse dei comuni la situazione finanziaria dell’Ente subirebbe un tracollo».
Poi, oltre al discorso sulla legittimità delle procedure, c’è il discorso di merito. Davvero il Comune di Valguarnera (e gli altri comuni che potrebbero seguirlo) vuole mandare a catafascio l’Ente di Floristella? Proprio adesso che la recentissima riforma dello statuto chiama in prima persona i sindaci nel Consiglio del Parco, liberandoli ope legis dalla pressione clientelare delle nomine di prebenda?!
Se è vero che il rilancio dei territori passa dalla conservazione della memoria storica coniugata con il turismo e l’ambiente, questo è il momento di provarci e non quello di girarsi e voltare le spalle.

Salvatore Di Vita