Enna. Lago di Pergusa: salvato un giovane falco di palude

Grazie alla sensibilità del birdwatcher Alessandro Arena di Piazza Armerina è stato possibile trarre in salvo un giovane “Falco di palude” (Circus aeruginosus); infatti, durante la sua appassionata attività di osservazione della fauna ornitica del Lago, si è accorto del rapace in difficoltà ed ha subito diramato l’allarme. Rosa Termine, biologa dell’Università Kore di Enna, recatasi sul posto ha districato il Falco di palude dal canneto con l’aiuto degli Ispettori Forestali Salvatore Puglisi e Carmelo Bruno. Gli Ispettori hanno poi consegnato il rapace a Viviana Ingrasciotta, Responsabile del Centro di Recupero della Fauna Selvatica di Ronza (vicino Piazza Armerina) gestito dalla LIPU. Al Centro l’animale verrà visitato da veterinari per comprendere le cause delle sue difficoltà di volo e riceverà le cure necessarie.

Il Falco di palude, appartenente alla famiglia degli Accipitridae, presenta un piumaggio complessivamente bruno; nella femmina e nei giovani spicca la testa color crema. È il più grande dei Circus, con coda e ali più lunghe di quelle di una poiana che in volo mostrano bordi quasi rettilinei con le estremità a “mano a cinque dita”. La sua dieta comprende principalmente uccelli, soprattutto acquatici, e loro uova, piccoli e medi mammiferi oltre che anfibi e rettili. È essenzialmente legato ai canneti che circondano le aree umide.

“È una specie tendenzialmente solitaria, facile da osservare soprattutto quando caccia oppure mentre cerca la corrente termica e guadagna quota senza battere le ali. In Italia è migratrice e parzialmente sedentaria. Sverna in Africa, Mediterraneo e Medio Oriente e nidifica soprattutto nella pianura Padano-Veneta e nelle zone costiere della Toscana e della Sardegna. I contingenti in transito e svernanti nel nostro Paese provengono dalle popolazioni centro-europee, russe e scandinave. A Pergusa la osserviamo regolarmente; in inverno si osservano soprattutto femmine e immaturi, mentre i maschi si osservano per brevi periodi, in primavera e autunno, durante le migrazioni. Si tratta di una specie tutelata sia a livello europeo (Convenzioni di Berna e Bonn) che nazionale (Legge 157/1992); inoltre, è inserita nella Lista Rossa della IUCN come “specie vulnerabile”. Le minacce per tale specie sono rappresentate dalla distruzione e frammentazione degli habitat di riproduzione e di alimentazione, dalla bruciatura primaverile dei canneti, dalle uccisioni illegali e dalle contaminazioni da pesticidi specialmente clororganici” ha dichiarato la Biologa della Kore.
Il Centro di Recupero della Fauna Selvatica di Ronza, ubicato presso la Riserva Naturale Orientata Rossomanno-Grottascura-Bellia gestita dall’Azienda Foreste Demaniali, assolve al gravoso ma indispensabile compito del recupero di animali selvatici in difficoltà che vengono segnalati con grande senso civico da cittadini. Ognuno degli animali ospitati ha una storia alle spalle che spesso è segnata dallo sfortunato incontro di bracconieri. Il paziente lavoro dei volontari, monitorando e accudendo ogni animale secondo le esigenze della sua specie, consente di ottenere grandi risultati come il reinserimento degli stessi in natura.