Sulle pensioni i conti non tornano, Cgil in piazza. A Palermo anche una delegazione di Enna

I “conti non tornano” è il grido simbolico che si è levato dalle cinque piazze della Cgil all’indirizzo del governo. Unite sotto il simbolo del sindacato guidato da Susanna Camusso, Roma, Torino, Palermo, Bari e Cagliari hanno rivendicato i diritti di giovani e meno giovani al lavoro e a una pensione dignitosa.
Una nutrita delegazione della CGIL di Enna ha sfilato per le vie del centro di Palermo.

Sul palco – sotto il sole o sotto la neve, come in piazza San Carlo – i lavoratori con le loro storie spesso ignorate dai media nazionali, ma anche i casi più emblematici degli ultimi giorni: Amazon e Ikea. Da piazza del Popolo arriva anche l’appello di Camusso a Cisl e Uil per ritessere quel filo interrotto che ha portato le tre sigle sindacali divise al tavolo sulla previdenza. “Noi vogliamo ritessere i fili unitari e proponiamo a Cisl e Uil di ridefinire le regole comuni per le vertenze perché sappiamo che divisi si è più deboli e non si ha la forza di chiedere innanzi tutto il rispetto degli accordi. Sulla previdenza c’era una piattaforma comune. Facciamo fatica a capire perché ci siano state valutazioni diverse”, ha detto la leader dal palco. A stretto giro arriva la replica di Carmelo Barbagallo: “Nella Uil siamo già pronti a riaprire la saletta unitaria. Per noi l’unità sindacale è strategica, ma la Cgil non prosegua nelle sue azioni solitarie”.

Il discorso di Camusso è tutto incentrato sulla manovra, di cui riconosce i passi in avanti ma nello stesso tempo ribadisce che non bastano. “Questa manovra non cambia verso. Non possiamo dire di aver colto un segno di discontinuità”. Ancora: “Doveva essere una manovra sociale, ma manca di un intero capitolo: quello sulla sanità”. E il segno meno c’è anche sui fondi per la non autosufficienza: “Ci rimproverano perché ci occupiamo dei pensionati, sì perché noi pensiamo che gli anziani abbiano diritto a una vecchiaia dignitosa”, rivendica la leader sindacale. E chiede che le regole previste dalla legge di bilancio siano riviste in sede di discussione parlamentare dove, promette, la Cgil sarà presente. All’appello risponde il presidente del Pd Matteo Orfini che annuncia “possibili miglioramenti nel passaggio parlamentare”. “Lo faremo – assicura – nel dialogo e nel confronto con i sindacati. E’ chiaro che noi siamo vicini alle fasce più deboli della popolazione e abbiamo fatto delle cose importanti in questa legge di stabilità sia per i giovani sia per i pensionati. Cercheremo, se possibile, di fare ancora di più”.

In piazza con la Cgil anche esponenti di Articolo1-Mdp, Sinistra italiana e Possibile che si uniranno in un’unica lista sotto l’egida di Pietro Grasso, dove, Camusso ha fatto sapere ci sarà anche la Cgil. Alla manifestazione c’è pure Marco Furfaro di Campo progressista, fresco dell’avvicinamento al Pd. Il parlamentare precisa che il movimento di Giuliano Pisapia “ci battiamo perché tante delle richieste della Cgil siano accolte e inserite anche nella legge di bilancio”. Mentre Nicola Fratoianni dichiara che Sinistra italiana “sta con i sindacati” e “con chi fa la cosa giusta”.

Una stoccata viene riservata poi da Camusso ai leader politici. A Matteo Renzi ricorda che l’articolo 18 “non è un totem ideologico, ma una necessità concreta”, come dimostrano i numerosi casi di licenziamenti ingiustificati finiti sulle pagine dei giornali. A cominciare da Marica e dai lavoratori Ikea ai quali va “l’abbraccio” della piazza, ma anche la gratitudine del sindacato per chi come i dipendenti di Amazon “ha squarciato il velo sulle vere condizioni di lavoro”. Intanto dalla Lombardia il candidato premier M5S Luigi Di Maio ribadisce di voler ripristinare l’articolo 18 ma soltanto per le imprese dai 15 dipendenti in su, a differenza da quanto chiesto dalla Cgil e dalla sinistra.

Dal segretario della Cgil arriva una dura condanna anche alle parole di Matteo Salvini e a Fdi sull’episodio dei naziskin a Como: “Non è una ragazzata, chi lo dice sottovaluta i fenomeni xenofobi. Noi vorremmo dire alle forze politiche al governo che non si può esser disattenti e pretendiamo che le regole della Costituzione siano applicate”. La battaglia del sindacato continua, promette in chiusura di comizio Susanna Camusso, annunciando con il tradizionale saluto “al lavoro e alla lotta” che la prossima mobilitazione nazionale, “ve lo posso assicurare”, non è lontana nel tempo.