Leonforte: Il consigliere comunale Floriana Romano lascia il gruppo consiliare del PD

Leonforte.  Ancora  turbolenze in casa Pd. A poco più di un anno dalle dimissioni da Presidente del Consiglio Comunale, Floriana Romano ha annunciato la fuoriuscita dal gruppo consiliare del Pd con le motivazioni riportate nella seguente nota:

Tale scelta è dovuta a motivazioni di natura politica legate al concetto di coerenza del proprio percorso politico, iniziato nel 2013, quando risultai seconda degli eletti nella lista del Partito Democratico, in contrapposizione alle liste di supporto al sindaco Sinatra. Ho avuto l’onore di essere la prima Presidente del Consiglio donna del Comune di Leonforte, spendendomi per iniziative importanti (in primis, la lotta a difesa del nostro ospedale), mentre il Partito Democratico era all’opposizione (in coerenza con quanto espresso dai cittadini alle urne).
Nel momento in cui c’è stata la “fusione a freddo”, con l’ingresso nel PD da parte del Sindaco, degli assessori e dei consiglieri di maggioranza, la sottoscritta, sempre per coerenza, si è dimessa da Presidente del Consiglio, rinunciando alla poltrona e a qualsiasi altra carica che successivamente sarebbe stata ed è stata effettivamente proposta.
Si è creata una maggioranza anomala con delle spaccature che alla lunga si sono palesate, soprattutto quando è stata presentata e votata in consiglio la mozione di sfiducia al sindaco, rispetto alla quale il gruppo consiliare del PD è risultato spaccato (7 a 6) tra chi sostiene e sorregge ancora oggi l’amministrazione comunale in carica e chi ha liberamente e riflessivamente espresso l’esigenza di una discontinuità nel governo cittadino. In questa e in altre occasioni è stato dato un messaggio ambiguo agli elettori del PD e a tutta la cittadinanza, ormai stanca di sentire le liti interne al partito anziché le soluzioni ai problemi collettivi. Non sentendomi rappresentata né da questa amministrazione, né da questo gruppo consiliare, dopo un lungo periodo durante il quale ho sempre espresso liberamente ed obiettivamente la mia opinione, cercando di dare un contributo fattivo raramente accolto, scelgo oggi di distaccarmi da un gruppo consiliare che ormai
ha ben poco di quello che dovrebbe caratterizzare un gruppo: non si svolgono più riunioni e non ci sono più i luoghi democratici del confronto e del dialogo a nessun livello, ma si vuole solamente scalare un partito e raggiungere posizioni di pseudo potere rimanendo distanti dai problemi reali. Il gruppo consiliare è ormai un vuoto contenitore che non conferisce alcun senso al suo interno, e così desidero uscire fuori da ogni ambiguità, distaccandomene.
Ringrazio i colleghi che con me hanno condiviso iniziative, primi fra tutti i consiglieri che con coraggio hanno firmato e poi votato la mozione di sfiducia al sindaco, chiarendo pubblicamente la propria posizione e le carenze di questa amministrazione. In quel momento, pur essendosi palesata una frattura interna comunque pre-esistente, sono rimasta all’interno del gruppo consiliare, partecipando alle seppur poche riunioni, perché speravo ancora che ci fosse una prospettiva di dialettica interna, che poteva dare la possibilità di un confronto nonostante le differenze evidenziate. Ho sempre proposto di riunirci e dialogare ad oltranza, fino a trovare una soluzione, dopo aver ascoltato le idee di tutti e, invece, forse nella convinzione che il partito è nelle mani di pochi che si erigono a leader, non si è avuto rispetto di chi ha un pensiero diverso o di quelle che vengono chia/mate strumentalmente “minoranze interne.
Rimango e rimarrò sempre fedele ai miei valori di sinistra, della sinistra vera e progressista, quei valori che sono stati fondativi del PD sin dal 2007, ma che ultimamente sono stati traditi da un partito che non ha difeso il nostro territorio (si ricordino, a titolo di esempio, la vicenda dell’ospedale di Leonforte e della sanità provinciale, la chiusura del Tribunale e del carcere di Nicosia, l’incompiuta Nord-Sud e la viabilità in generale, etc.), da un partito che ha subìto una mutazione genetica confondendosi e a volte fondendosi con la destra, da un partito che è commissariato a tempo indeterminato solo per non dare ascolto ad un territorio in agonia, da un partito che non si preoccupa dei giovani in cerca di un lavoro e del fatto che ne troveranno uno precario e sottopagato”.