Leonforte: E’ tempo di bilanci per il Vice Sindaco Rosa Maria

Leonforte. E’ una insolita giornata calda d’inverno, l’ultima di quest’anno, è tempo di bilanci, e tutto sembra ricordarcelo, i media in primis, già proiettati sulle elezioni nazionali del 4 marzo 2018, ed i social network offrono migliaia e migliaia di resoconti personali.
Qui tutto tace, il paese vive in un silenzio sempre più spoglio di persone ed energie, stridono solo i clacson che invadono le arterie stradali per i preparativi del cenone di capodanno.
Le piazze vuote si offrono alla desolazione di un far festa che è solo temporaneo se non ingannevole perché non sembra esservi quella leggerezza che in qualche modo dovrebbe accompagnare ogni generazione nel far cultura e politica.
Leggo poi un articolo del Sole 24Ore di oggi: Salvatore Settis, scrive delle piazze d’Italia e lo fa avvalendosi del lavoro fotografico svolto da Armando Rotoletti che, in giro per il Belpaese ha cercato di tracciare le linee di confine tra l’uomo e lo spazio.
Cosa c’entrano le piazze con i bilanci?
Nella calura di questa insolita domenica ho voluto incontrare il Vice Sindaco ed Assessore ai lavori pubblici, Rosa Maria, proprio nello spiazzale fotografato da Rotoletti,quello della Granfonte.
Assessore, come avete inteso voi la valorizzazione e fruizione delle piazze nel corso del vostro mandato e,quali sono stati i risultati ottenuti?
Al mio insediamento, non trovai nessun progetto di recupero sulle piazze e ci siamo dati da fare piazza per piazza, presentando diversi progetti come quello di riqualificazione sulla piazza Branciforti, il cui finanziamento di circa mezzo milione di euro, è stato approvato l’anno scorso con parere positivo della sovrintendenza; altri progetti sono stati presentati anche per piazza IV novembre e Piazza Carella di cui monitoriamo pulizia e decoro con la manutenzione del verde.
La Piazza Saetta-Livatino è un stato un cruccio, ma finalmente, dopo un anno di lavori, sarà prevista una sua riqualificazione grazie al diverso utilizzo dei residui di tre mutui, il tutto per ridare le nostre piazze alla comunità.
Se Piazza del 2000 è stato un cruccio, Piazza Margherita cosa è stata?
E’ purtroppo il simbolo di una opportunità mancata, di un luogo non restituito ai cittadini, come leggevo anche sul sole24ore, le piazze versano “in un declino di coscienza e di conoscenza, sempre più spesso viste come spazi da riempire, e perciò primariamente destinati a parcheggio”.
Non ci chiediamo più perché sono nate e a che cosa servissero, sicuramente non si prestavano ai posteggi selvaggi
Cosa non ha funzionato dunque in relazione al traffico e soprattutto alle persone nel caso specifico di piazza margherita?
C’è un problema culturale, e li la politica delle volte non aiuta, forse ci siamo relazionati male con la Sovrintendenza che inizialmente ci aveva dato parere positivo sui dissuasori del traffico e gli elementi di arredo da apporre , poi su segnalazione del disturbo visivo che creavano, è stato fatto un mezzo passo indietro.
Perciò abbiamo tolto tutto, è stata una sconfitta per noi e per la comunità che ha perso una occasione di incontro e di cambiamento di destinazione d’uso del luogo.
Che importanza hanno lavori come quello di Sicula Tempe?
Su questa zona abbiamo e stiamo lavorando tanto cercando di recuperarla, riqualificarla e aggiustare le perdite di acqua, il lavatoio non era percorribile in passato e con dei piccoli interventi di manutenzione ordinaria è stato restituito alla comunità.
Per il progetto della Sicula Tempe, siamo fieri per la sinergia tra pubblico e privato, grazie al lavoro di Alfredo Crimì che, quando ci contattò a luglio, ebbe da noi appoggio e sostegno e incondizionato. I lavori di bonifica dell’are interessata effettuati un paio di mesi fa sono durati diversi giorni e sono stati possibili grazie all’impegno e alla passione di persone serie. E quando il mio mandato sarà finito, qualora non dovessi più essere amministratore, cercherò di essere presente da cittadina e da tecnico.
Andiamo a Porta Garibaldi, un “macigno” crollatovi addosso nel 2014.  Qual è stato l’iter seguito negli anni sino al più recente incarico al geologo di effettuare le indagini geognostiche a supporto del progetto di restauro della porta?
Anche in questo caso, non c’era nessun progetto di valorizzazione e mi portavo dietro la leggenda che “il piano triennale è il libro dei sogni”, ecco a questo non ho mai voluto credere e mi sono messa all’opera, ho dato forza a progetti definitivi ed esecutivi dando priorità alla Porta Garibaldi. Con il Sindaco abbiamo avuto più di dieci incontri con la Sovrintendenza. Nel primo fu riscontrato un dissesto statico non ritenuto grave, ma, trascorsi 6 mesi la lesione aveva peggiorato lo stato del monumento, da lì due le possibilità offerteci: smontarla e catalogarla pezzo per pezzo o metterla in sicurezza. Con tavole e lapazze abbiamo provveduto, e finora sta servendo a contenere il cedimento.
Ci siamo inoltre confrontati con la comunità, con dei professionisti per dei rilievi sulle azioni da poter intraprendere. Poi, circa un anno fa, l’Architetto Enza Barbera ci ha dato il suo aiuto; per quattro volte ci siamo recate insieme alla Sovrintendenza presentando gli studi e analisi del caso, per la quale lei si era avvalsa anche del un gruppo di un gruppo di architetti di Leonforte, e si è compreso che v’era bisogno di un geologo che seguisse la pista del cedimento del sottosuolo.
Sul recupero del centro storico invece, avremo lo studio dell’Ing. Bisignani a gennaio del 2018.
Da qualche tempo state procedendo alla titolazione di vie e piazze … 
Si … alcune delle quali già approvate dalla prefettura e sono: Via Due Giugno, Via Valle d’Aosta, Via Quattro Pini, prolungamento via Edoardo De Filippo, via Peppino Impastato, via Ferdinando Magellano, Via Gaetano Caravaglio, Via Vito Schifani, via Boris Giuliano, Via Don Puglisi e Piazza Piersanti Mattarella, mentre è stata fatta richiesta per altre sette: Via Veneto, Prolungamento Via Dalmazia, Largo Oriana Fallaci, Via Enrico Berlinguer, Via Nilde Iotti, Via Anna Frank, Via Maria Montesori, volendo questa volta dare un risalto a donne che sono state illustri per il nostro tempo. Dare un nome ad un tratto di piazza o strada vuol dire renderla riconoscibile e imprimere nel cittadino la memoria di un personaggio che si è distinto nella nostra storia. Ma non ci siamo fermati a questo, abbiamo proceduto con l’intera numerazione ed intitolazione dando anche risposta ai cittadini che nel tempo avevano anche depositato delle proprie proposte.
Fondamentale è stato oltre che dare una identità alle strade, aggiustarle … dopo due anni di sacrifici abbiamo impegnato un totale di 30mila euro per aggiustare tutta una serie di vie principali, come la zona casino-capra.
Avete dei Mea Culpa da fare?
Dico sempre si potrebbe e dovrebbe fare di più.
Abbiamo ripreso la scuola Dante Alighieri per la messa in sicurezza e fatto la facciata. Il Palazzetto dello sport è stato reso agibile dopo più di 20 anni.
Abbiamo poi ottenuto e portato avanti i finanziamenti per il risanamento delle discariche Tumminella e Scannaso-San Giovanni, evitando aggravi e procedure.
Purtroppo i tempi per portare avanti degli obiettivi e realizzarli sono lunghissimi, la burocrazia non aiuta.
L’amministrazione dovrebbe forse dare e avere scadenze più brevi.
I progetti ci sono e, quando lasci la progettazione c’è tutto, noi siamo quà per lasciare, ci auguriamo possa esserci in futuro continuità amministrativa.

Livia D’Alotto

 

 

Di seguito l’articolo di Salvatore Settis per Il Sole 24 Ore , edizione del 31/12/2017