Leonforte. Cronache tavachine: “cose nostre”

Leonforte. A nord, oltre lo stretto, usa bruciare cataste di legno alla vigilia o il giorno dell’Epifania. Pignarul, seima, panevin, vecia, nomi diversi per indicare lo stesso augurio: abbondanza. Leonforte quest’anno ha pensato di nordizzarsi bruciando un bidone dell’immondizia, uno dei tanti maleodoranti e sgangherati di via Macello. La sera dell’Epifania alte fiamme salivano in cielo per accompagnare, con il calore e la luce, la preghiera dei paesani: “possa abbirsarsi sta camurria dell’immondizia”. Nel Basso Trevigiano la direzione delle faville indica la quantità di polenta che l’anno porterà:
“Faville verso ovest calderone pieno di polenta.
Faville verso est
polenta molliccia.
Faville verso sud
polenta tre volte al giorno.
Fumo verso sud
cassa piena di polenta”.

Nel Veneto Orientale è invece il fumo che indica il da fare:
“Se il fumo va a occidente,
prendi il sacco e vai per il mondo [emigra].
Se il fumo va a oriente,
prendi il sacco e vai al mercato [a vendere il raccolto]”.

Da noi è il puzzo che suggerisce quello che sarà: “anno nuovo rogne di sempre” pareva volesse dire quello dell’altra sera. Speriamo bene.

Gabriella Grasso