Da Enna alla Polonia per superare le paura della routine!

Tutti noi ad un certo momento della nostra vita sentiamo la necessità di metterci in gioco, buttarci in una nuova avventura che possa portarci fuori dalla routine abituale e scoprire posti nuovi, scoprirci e abbattere muri che spesso costruiamo.

Questa è la storia di Silvia Gervasi, studentessa della magistrale in Psicologia Clinica presso l’università Kore di Enna, che ha deciso di partire con AIESEC aderendo ad uno dei progetti di Global Volunteer.

Quando abbiamo chiesto a Silvia di scegliere le parole che meglio descrivessero la sua esperienza lei ha detto:

“RICOMINCIO DA QUI.. perché 5 mesi fa decisi di partire tramite AIESEC per andare in un paese straniero, non perché non avessi paura ma perchè ero pienamente consapevole che una volta tornata in Italia, niente mi avrebbe più fatto paura. Partii senza conoscere l’inglese, né tanto meno il polacco.

Ho deciso di partire, perché volevo immensamente vivere il brivido di non avere potere e controllo sul mio futuro. Volevo qualcosa che mi facesse pensare: ‘’E ora? Cosa succederà ?’’

Paradossalmente senza avere controllo sul futuro, con AIESEC ho imparato a controllarlo, a modellarlo, e ad essere io al centro di esso.

Cosi vivi i giorni, consapevole che ogni cosa può accadere, ma che nello stesso tempo tu non sei sola. C’è sempre qualcuno a distanza, che ti aiuta e ti sostiene: AIESEC ti aiuta a capire che non è mai la fine, ma che ogni esperienza è sempre un inizio.

In Polonia ho imparato a conoscermi, a fortificarmi, e anche a chiedere aiuto. A dover fare i conti con me stessa.

Ho incontrato persone che mi hanno costretta in un certo modo a guardare in faccia la realtà, perché è veramente dura dover costantemente sfidare le proprie visioni, i propri pensieri e le proprie percezioni. Quando sei totalmente immersa in un posto a te non familiare, tutto può farti paura. Ti senti proprio come un pesce fuor d’acqua. E ben presto impari a diventare una sirena.

In Polonia ho imparato a conoscere e a sentirmi parte della mia cultura, della mia nazione: per portare avanti il progetto ho dovuto documentarmi, scoprendo dei lati nascosti dell’Italia, che prima mi apparivano come scontati. Qui nulla è scontato. Così come non lo è per nulla la lingua, non lo è la pasta e nemmeno la pizza.

Ora che il mio percorso sta per finire, penso che mi mancheranno di questo posto le più piccole cose.

Mi mancheranno gli infiniti tè quotidiani, mi mancheranno gli interminabili ‘’Hello!” gridati dai bambini lungo i corridoi scolastici, mi mancherà l’inglese, beh si, proprio l’inglese, perché è grazie all’inglese che ho imparato a conoscere a fondo la mia lingua. Mi mancheranno molte cose, anche i più semplici atti quotidiani. Ma più di tutto mi mancheranno le persone. Sentirò la mancanza di quelle persone che per me hanno rappresentato una parte importante del progetto.

Con AIESEC, in un solo mese e mezzo, impari a capire che non è mai la fine, che c’è sempre una soluzione e che la tua visione non è mai l’unica visione”.

Se anche tu vuoi metterti in gioco guarda il sito: aiesec.org oppure scrivici all’indirizzo email: enna@aiesec.it.