Ricercatore ennese nell’equipe dell’antidoping del futuro

Enna. C’è un ricercatore ennese nell’equipe internazionale che studia l’antidoping del futuro. Si tratta di Paolo Sberna, ennese di 31 anni, attualmente ricercatore della Delft University of Technology, il quale accompagnerà i ricercatori di Bologna nello studio per l’antidoping del futuro. Paolo Sberna è figlio d’arte in questo campo, infatti il padre, Angelo Sberna, delegato provinciale del Coni, per decenni è stato direttore del centro di medicina dello sport di Enna, componente della commissione nazionale antidoping ed oggi presso l’Università di Bologna dirige un master su tossicologia forense. Lo sport, infatti, vuole controlli antidoping veloci, sicuri ed affidabili per cui si stanno studiando delle metodologie che vogliono evitare che possano avvenire delle contaminazioni o delle manipolazioni che possano alterare i test. L’Università di Bologna e per essa il Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie ha avuto finanziato un progetto di ricerca che ha come obiettivo primario quello di trovare nuovi metodi per il trasporto e la conservazione dei campioni prelevati; metodi che diano più garanzie rispetto alle tradizionali provette. Infatti, si parla di antidoping del futuro dove i microcampioni prelevati agli atleti possono essere trasferiti su card o piccoli chip. Paolo Sberna, per la sua esperienza maturata in Olanda, è stato chiamato dall’Università di Bologna per collaborare nella ricerca di queste nuove metodologie che dovrebbero essere all’avanguardia, in modo da poter contare su campioni non contaminati e quindi su una ricerca più certa.