Leonforte. Continuano le attività dei volontari di Parco Sott’Arco


Leonforte. A dicembre è stato inaugurato Parco Sott’Arco e da allora le attività di pulizia e abbellimento di un angolo suggestivo di Leonforte non si sono mai interrotte. Le intenzioni dei volontari “del recupero” sono nobili: restituire dignità “alle pietre che parlano” e cuntano. Si avvicina la Settimana Santa e per molti le processioni, specie quella del Martedì e del Venerdì Santo, sono un pretesto per scendere alla Granfonte a piedi, e dalla “cuticchiata” e dalla via Sott’Arco e sarà bello trovare e la cuticchiata e la via Sott’Arco libere da immondizia e lordume. Sarà piacevole incantarsi a ricordare o immaginare la quotidianità di chi viveva quelle strade e quelle case. L’incanto però svanirà subito.

Scendendo infatti poco più sotto della zona ripulita dai volontari ci si imbatterà nell’incuria che è abbandono e degrado. Appena qualche giorno fa un muro è crollato sulla via d’accesso principale e temono i volontari e temono i pochi abitanti del quartiere, che le macerie rimarranno dove si trovano ora. La possibilità che possano essere rimosse pare utopia o barzelletta. Cinque anni fa un altro muro crollò ed è da cinque anni che i calcinacci stanno esattamente dove si posarono allora. La novità è nelle erbacce, che hanno rivestito di un verde brillante le pietre, mangiandosi anche l’orrida plastica arancione che fungeva da perimetro invalicabile. Pochi sono i residenti della zona storica, pochi e spesso costretti a vivere in vie buie, ostruite da macerie d’annata, agghindate da fili della luce e del telefono pendenti pericolosamente.

Il 10 giugno Leonforte sceglierà la nuova classe dirigente e certamente fra i candidati il tema “recupero della zona storica con ripristino di Porta Garibaldi” sarà centrale come lo è stato per i precedenti e per quelli che i precedenti hanno preceduto. I risultati? Da noi si dice “cosi a vista nun ci voli prova”. Questa è una constatazione amara e non un dito puntato o un atto di accusa. “Vorrei lasciare ai miei figli un paese migliore” dice Giuliana Di Franco volontaria del gruppo di recupero. Un paese rispettoso della propria memoria è un paese che cura le proprie radici. Lasciare cadere a pezzi le case che sono la storia del nostro paese è irrispettoso ed è una dichiarazione di disamore per chi ancora insiste ad amarlo questo paese.

Gabriella Grasso