Aidone: dieci giorni di cronaca in chiaro scuro (prendi tre e paghi uno, esclusa la Mecca!)


Viva Giro d’Italia! Ha fatto il miracolo che non era riuscito alla Dea di Morgantina! Il prossimo ospite verrà direttamente da La Mecca?
10.05.2018. Piazzesi, Aidonesi, Raddusani ringraziano San Giro d’Italia per il miracolo che attendevano da tanti anni e che, finalmente, si è verificato, se pure in parte: dopo anni e anni di richieste, lamentele, manifestazioni, l’arrivo improrogabile del Giro ha messo il pepe all’ANAS, che ha rifatto la pavimentazione stradale della SS 288, almeno nei tratti in cui stava diventando impraticabile, e ha tamponato altri tratti meno danneggiati. Non si sa quanto e per quando terrà questo manto disteso superficialmente, ma si deve dare atto che finalmente qualcosa si è mossa! Restano le banchine in buona parte semi crollate, le cunette ormai inesistenti, la segnaletica orizzontale da rifare, gli antinebbia che mancano del tutto nel tratto Bellia-Aidone (proprio nel regno della nebbia o meglio della zia Liboria, come la chiamano affettuosamente gli aidonesi).
I corridori del Giro sono stati accolti con una grande festa di popolo, molti tra associazioni e privati hanno accolto l’invito a rendere più accogliente il paese, addobbando strade e balconi del percorso con palloncini, fiori, piante. Nell’insieme il paese, vestito a festa, ha fatto la sua bella figura, la popolazione ha goduto di una festività imprevista, del piacere di vedersi nei programmi televisivi nazionali, mentre fervevano telefonate e messaggi  con i parenti anche lontanissimi, della opportunità che offre il Giro di affacciarsi a questa importante vetrina internazionale con la palese speranza di un futuro riscontro.
A pensare come raffreddare gli entusiasmi, o a crearne a bella posta in vista delle elezioni ormai alle porte, ci ha pensato il sindaco Lacchiana, che si è fatto intervistare da un sardonico Edoardo Camurri nella Piazza Cordova, momentaneamente libera del parcheggio selvaggio, mentre fissa assorto un punto indefinito dell’orizzonte, quello che guarda verso la Mecca (clicca qui e guarda il video di RAI2 dal minuto 13:02) da cui spera di vedere tornare nei prossimi giorni i delegati del governo saudita con le borse piene di milioni di euro da investire proprio qui ad Aidone, per farne cosa? La famosa Università Islamica! Ci risiamo! Pensavamo che se ne fossero dimenticati tutti, i nostri e gli arabi, ma a quanto pare gli emissari nostrani, che avevano proposto allora l’affare, non mollano! E qui si capisce meglio la sintesi divertita con cui Camurri conclude  l’altro incontro, quello con la “Venere”  ritornata dall’America, quando esclama, tra lo stupito e il divertito: “Ma io mi chiedo come sia possibile che un paese di cinquemila anime, Aidone, sia sempre al centro del mondo!”

Morgantina conquistata dagli invasori digitali e dall’erba cresciuta floridamente e in modo inatteso, come ogni anno! 06.05.2018In questi giorni Morgantina e il Museo di Aidone hanno registrato un aumento notevole di presenze che ha toccato il picco degli oltre 1200 visitatori la prima domenica di maggio, complice l’ingresso gratuito e la ormai tradizionale “invasione digitale”, l’invito cioè a fotografarsi davanti ad un monumento, ad un opera d’arte e pubblicare le proprie foto sui social o sul sito invasionidigitali.it, precedute da un hashtag, nel nostro caso #invadiMorgantina, #invadiAidone! 500 i visitatori di Morgantina, costretti ad indovinare tra l’erba alta  e compatta le tracce dei monumenti. Foto non pervenute, mentre abbondano quelle scattate nel Museo e pubblicate dal Museo stesso.
Quella dell’erba è una catastrofe che coglie impreparati tutti gli anni l’amministrazione dei Beni Culturali.  Colpa del Bilancio della Regione, che come sempre a maggio ancora è lungi dall’essere approvato! La cosa incomprensibile è che, dopo anni e anni di denuncia (basta mettere la domanda di ricerca qui su Vivienna e gli articoli sono innumerevoli, sempre la stessa storia: 2012, 2013, 2015, 2016… ) si continui a considerarla una situazione di emergenza, non come dovrebbe essere, un aspetto della manutenzione ordinaria, ma d’altra parte quale manutenzione viene fatta nei siti? Negli ultimi anni ci sono stati interventi concordati con l’Azienda Forestale, e tutti ricordiamo che Crocetta, e prima di lui Lombardo, avevano promesso di renderli sistematici, ma, a quanto pare non è così, e ogni anno bisogna rifare tutta la procedura e naturalmente, ammesso che le relative richieste vengano fatte nei modi e nei tempi giusti, si troverà sempre qualche solerte funzionario che seppellirà il tutto sotto qualche montagna di carta, in attesa di fare le più convenienti gare d’appalto. Convenienti per chi? Certo non per le magre risorse destinate ai BB. CC., né per il sito: ogni giorno di ritardo aumenta la disseminazione di pollini e semi rendendo sempre più rigogliosa la vegetazione! Tagliata poi con molto ritardo a giugno o addirittura a luglio, ha tutto il tempo di spandere le proprie radici e i propri semi ovunque, allargando crepe, spaccando i pavimenti di cocciopesto, il danneggiamento dei pavimenti è ogni anno più marcata e forse irreversibile. Per non parlare di tutto il pendio della collina ovest, prospiciente sull’agorà e sul teatro, regno incontrastato e ormai incontrastabile dell’ailanto che ha colonizzato anche larghe porzioni della stessa Agorà.   Sembra che ieri, dodici  maggio, un gruppo di volontari, una decina tra giovani militari americani in forza a Sigonella e giovani richiedenti asilo, facenti capo allo Sprar di Aidone, hanno dedicato qualche ora a ripulire delle erbacce la scalinata dell’Ecclesiasterion. Per il resto tutto tace!
Che fine hanno fatto la segnaletica e i pannelli didattici compresi nel progetto della famigerata scala? I soldi per realizzare l’obbrobrio furono subito spesi, gli altri che fine hanno fatto? I pochi pannelli ancora esistenti sono ormai illeggibili, la pur insufficiente segnaletica è spartita tra le erbe che raggiungono anche i due metri! Non vorrei essere nei panni delle guide che conducono i visitatori a Morgantina, ne condivido lo sdegno e la mortificazione, e neppure in quelli degli sparuti custodi e degli addetti alla biglietteria che devono difendersi dalla rabbia di chi dopo avere pagato il biglietto torna indietro inferocito per non avere visto niente ed essersi smarrito … il rimborso del biglietto dovrebbe essere automatico!
Silenzio anche sui prestiti delle monete di Morgantina, da parte del Museo Paolo Orsi di Siracusa, a cui si era interessata la precedente direttrice del Museo, la dottoressa Laura Maniscalco e che sembrava ormai cosa fatta… ma cosa fatta non esiste in una amministrazione che cambia i vertici ogni due tre anni, dove chi inizia, avvia un qualche progetto non ha mai il tempo di realizzarlo  e naturalmente insieme alle teste cambiano le politiche di gestione e di relazione, dell’ultima? Il silenzio è d’obbligo: nel bene e nel male è del tutto inesistente!

L’ostensione delle reliquie di San Filppo e San Giacomo e la tradizione delle zagarelle. 27.04/01.05.2018. L’arrivo dalla Basilica dei XII Apostoli di Roma delle reliquie di San Filippo e San Giacomo ha incentivato ancora di più il “viaggio” dei pellegrini  del santo taumaturgo, facendo raggiungere numeri da record. Mi piace raccontarla con le parole di frate Agnello Stoia, Il parroco della Basilica che ha portato  in Aidone le reliquie e che sulla pagina Facebook della basilica così la racconta ai suoi parrocchiani: “ Senza fare pubblicità, senza l’evento di un ’cantante famoso’ per la festa del paese… a chiamare tutti è san Filippo apostolo, è lui la silenziosa calamita che porta qui decine di migliaia di persone, come la sorgente dove sono nati attira i salmoni che risalgono la corrente. Una trentina di persone, tutti giovani che venivano da bambini con i loro genitori. Ora sono sposati con figli, vengono pellegrini come i loro padri e i loro nonni. E sperano che i figli raccolgano questa eredità di fede. Nicosia è a 65 km tagliando per i boschi (80 stradali) sono partiti ieri sera all’una e sono arrivati alle 16.30. Hanno portato un pane a forma di piede per onorare Filippo nella reliquia che ho portato da Santi Apostoli… Sono davanti alla chiesa ad osservare i pellegrini che arrivano di continuo. Tante famiglie con bambini piccoli, tanti giovani, anche anziani. Tutti con le “zigaredde” in mano (sono striscette di stoffa colorate, un retaggio dei brandea che i primi cristiani usavano come reliquie per contatto) o con lunghi ceri: se hanno ricevuto la grazia la zigaredda presa l’anno precedente viene legata al cero votivo. Alcuni baciano la soglia della chiesa, altri si tolgono le scarpe ed entrano a piedi nudi… Una donna mi abbraccia commossa. C’è l’ho fatta! Da dove vieni? Da Caltagirone. E quanti Km hai percorso? 40! …Sono quasi le undici di sera e fuori al santuario c’è grande folla di gente che cerca di entrare. Mi dice don Carmelo, il parroco da cui sono stato invitato, che sarà così ininterrottamente, fino all’una di stanotte. Poi il fiume di pellegrini continuerà a scorrere ma più fluido, fino all’alba. Poi riprenderà a intensificarsi per tutto il giorno di domani, raggiungendo l’apice al momento della processione della statua del santo per le vie del paese”. É emozionante il racconto di chi con occhi nuovi assiste e cerca di spiegare. E così abbiamo capito, non credo che fossi l’unica ad ignorarla, l’origine delle zagaredde, zajaredd’ in aidonese, che lui chiama zigaredde, come chiamano nella Puglia Garganica i fazzoletti, le strisce di stoffa, i nastri, o interi vestiti e indumenti di neonati consacrati come vere reliquie  nella grotta di San Michele del Gargano, similmente alle brandee, i pezzeti di stoffa o mucchietti di terra impregnati  del sangue dei martiri che venivano conservati e a cui venivano attribuiti poteri miracolosi; la tradizione si protrae nel medioevo, l’epoca dei grandi pellegrinaggi quando i brandea diventavano il segno tangibile del proprio pellegrinaggio, una testimonianza del luogo santo raggiunto con tanta fatica.

Per rispetto al titolo devo specificare che in questo terzo evento si registra solo il chiaro, aidonesi e forestieri hanno vissuto questo San Filippo nella pienezza della grazia, con sempre più entusiasmo e commozione. E allora Viva San Filippo Apostolo! E che finalmente la grazia la faccia anche agli aidonesi se non vuole che fra qualche anno ai suoi piedi giungano solo i forestieri!

 

 

Franca Ciantia

 

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