Gagliano, casa di riposo: 5 indagati abuso d’ ufficio per due funzionari comunali e tentata truffa per rappresentanti Asis

La Procura di Enna ha chiuso l’indagine sul progetto della casa di riposo di Gagliano con cinque indagati. Si tratta della realizzazione, attraverso un project financing, di un “presidio sanitario polivalente con casa famiglia”.
Sul registro degli indagati sono stati iscritti, in veste di pubblici ufficiali, Filippo Pirrone, nella qualità di dirigente pro tempore dell’ ufficio tecnico del Comune, e Michele Corrente, funzionario nonché Rup del procedimento, accusati di abuso d’ ufficio perché nell’ ambito del progetto per la realizzazione del presidio «per un importo complessivo di 930 mila euro, di cui 419 mila a carico dell’ amministrazione comunale, in violazione di leggi e regolamenti, intenzionalmente procuravano al consorzio Asis un vantaggio patrimoniale ingiusto».
Lo avrebbero fatto esprimendo, su richiesta della giunta comunale, «parere favorevole in merito al subentro da parte del consorzio Asis» a una cooperativa sociale a cui era stato assegnato tramite una gara, «in presenza di documentazione frammentaria e insufficiente» in violazione della normativa che prevede «in caso di subentro l’ effettuazione di verifiche di carattere generale e speciale da parte della stazione appaltante in merito alla sussistenza dei requisiti originari in capo al nuovo ente, inducendola a deliberare in maniera favorevole».
Sono indagati poi per tentata truffa Benedetta e Vincenzo Bisignano, Carmelo Bonanno. La prima «nella qualità di presidente del consorzio Asis, il secondo promotore del predetto consorzio» e il terzo in qualità di rappresentante della cooperativa che aveva vinto in origine la gara. Presentando al Comune una documentazione attestante la presenza, all’ interno del consorzio Asis, di un’ altra cooperativa e dei requisiti richiesti dalla legge, avrebbero indotto in errore l’ ente in relazione al possesso dei requisiti previsti dal bando per la realizzazione della struttura in project financing.
Tutto per «procurarsi un ingiusto profitto pari al contributo a carico del Comune, non riuscendo nel loro intento per cause indipendenti dalla loro volontà». Infine c’ è in questa vicenda un’ accusa di «turbata libertà degli incanti» antecedente ai fatti relativi all’ ipotesi di tentata truffa e di abuso d’ ufficio, risalente al gennaio del 2013. I dipendenti comunali avrebbero escluso tre concorrenti, che avevano partecipato alla gara, al fine di «permettere il subentro della cooperativa, la quale a sua volta comunicava l’ impossibilità ad ottemperare alle obbligazioni nascenti dalla convenzione richiedendo la sostituzione con il Consorzio delle cooperative Asis».
Per i cinque indagati è già stata depositata la richiesta di rinvio a giudizio.