Se il leghista è capra, quello ennese lo è di più. Contestano Leu, Consigliera Colaleo e Patto per Enna, si dimette capogruppo PD. Cgil pensionati auspica: commissione consiliare di Inquisizione

In merito alla mozione presentata al (e bocciata dal) Consiglio comunale di Enna nei giorni scorsi da due consiglieri temporaneamente leghisti, ma appoggiata anche dal capogruppo – da oggi dimissionario – del Partito democratico e da altri suoi colleghi di schieramento, vorrei fare tre sintetici rilievi poiché ritengo quel testo non solo riprovevole e razzista, ma a tutti gli effetti un capolavoro, ancorché sgrammaticato, d’infamia.
Innanzitutto il corretto uso della lingua, ovvero il “prima l’italiano”:
A. “un” al femminile si apostrofa;
B. Se si vuole intendere “ravvisato” non significa nulla “ravvista”;
C. Poiché “i fenomeni” è plurale, il verbo andrebbe così coniugato.
In secondo luogo la considerazione dell’universo femminile che mostrano di avere i due consiglieri quando, con una infelice espressione sessista e paternalista, fanno rientrare le donne, in modo del tutto fuori luogo, tra i “soggetti deboli”.
Infine, l’oggetto della mozione. A parte l’idea assurda di voler sanzionare la carità, chi ha riferito a questi signori che coloro i quali chiedono denaro per strada siano “immigrati” e non cittadini italiani? Lo hanno desunto dal colore della loro pelle? Hanno chiesto loro i documenti? Se sì, a quale titolo? E ammesso e non concesso che non lo siano, da cosa trae origine esattamente il fastidio, dal fatto in sé, da chiunque sia esso esercitato, o dalla provenienza geografica di chi lo mette in atto?

Carmelo Albanese



I consiglieri di Patto per Enna – Maurizio Bruno e Cesare Fussone, hanno da poco diramato una nota stampa, che si ritiene pubblicare nella sua interezza: “Quando pur di distinguersi ad ogni costo dall’avversario politico sono i livori e le inimicizie antiche a prevalere sulla limpidezza dell’agire politico, si finisce spesso per svilire e disconoscere perfino i propri ideali, la propria storia, la propria cultura. Ecco come l’ottusa concezione dell’essere opposizione, riesce finanche ad annebbiare il proprio pensiero, il proprio credo politico, disonorandolo con atteggiamenti di indecifrabile identità. Che non cerchino i consiglieri del PD di giustificare il voto ad una mozione sull’accattonaggio molesto di posteggiatori abusivi, di puro timbro leghista, che a prescindere dall’insignificante emendamento presentato – comunque bocciato dall’aula – palesava un piglio repressivo e giustizialista inusitato. NON HANNO ALIBI. Hanno vergognosamente votato una mozione con chiaro stampo discriminatorio che prendeva di mira i poveri e gli immigrati, e non come invece vogliono farci credere che puntava alla sicurezza dei cittadini, cosa per la quale non è necessario fare mozioni poiché ci sono leggi, strumenti ed autorevoli organismi preposti a garantirla. Eppure ce lo aspettavamo! Tant’è che il capogruppo Maurizio Bruno in un passaggio del suo intervento ne ha anche in certo modo annunciato l’epilogo, dicendosi “curioso di sapere come avrebbe votato la sinistra dell’aula”. Una mozione che ha messo enormemente in difficoltà alcuni consiglieri dello stesso PD, che non sapendo più come manifestare il proprio dissenso a votarla sono usciti dall’aula, lasciando quei ‘compagni’ che disinteressandosi del disagio dei loro amici, in preda alla smania di affermarsi “diversi” dai consiglieri di maggioranza e senza nemmeno riflettere su quanto stava consumandosi in aula, cocciutamente sono rimasti a votare, lasciando tutti allibiti. Questo spiacevole episodio ci rivela un quadro preciso che ci porta a fare alcune riflessioni. La prima, sulla politica locale, è che i consiglieri della Lega hanno uno stretto legame con i consiglieri del PD; e non tanto perché tre anni fa si sono presentati agli elettori con lo stesso candidato sindaco o perché giorni fa hanno votato un consigliere comunale del PD alla presidenza della 2ª Commissione Consiliare, ma per la viscerale ripugnanza verso l’Amministrazione Dipietro che hanno in comune, che li porta a consumare una simbiotica amicizia nonostante la diametrale diversità degli Ideali dei due Partiti LEGA e PD che essi rappresentano in aula. Non sono rappresentanti di liste civiche che potrebbero giustificare un legame politico tra diversi, in favore della città. No! Loro hanno fatto scelte ben precise decidendo di stare con due Partiti che, dalle radici dei loro statuti, sono in netto contrasto. Chissà se ancora i loro elettori hanno chiare le idee. La seconda riflessione è che il PD ennese non è più nemmeno alla frutta, ha premuto il pulsante dell’autodistruzione, prima ancora che lo premessero al Nazareno. Non c’è più alcuno spiraglio che permetta di capirci qualcosa. Correnti e contro correnti che si avvicendano: renziani, orfiniani, orlandiani, emiliani, franceschiniani, alloriani, crisafulliani, garofaliani… chi entra, chi esce, chi ritorna, tessere scadute, tessere fantasma, commissari, emissari, finti coordinatori, ecc. ecc. Infine, e non per importanza, prendiamo atto che spira un vento che non ci piace. Nella fattispecie è il vento che soffia odio verso questa povera gente che ha perduto la dignità umana, gente vittima di un sistema economico planetario che è marcio, vittima di un assurdo squilibrio sociale a carattere mondiale; uomini come noi colpevoli solamente di essere nati in una terra dimenticata e piagata da secoli di soprusi e profitti. E’ il vento di chi urla e di chi parla alla pancia delle persone. Un vento a noi estraneo che soffia su proclami e su slogan ormai scontati, triti e ritriti, che preferiscono nascondere l’impudicizia di una politica inconsistente e contaminata da interessi che non sono certamente il bene comune. E’ il vento oscuro che non vuole combattere il vero problema che sta sopra tutti gli altri: la questione morale, scambiata dagli arroganti e dagli ignoranti come “buonismo”.

La Consigliera comunale Miriam Colaleo, invece, così commenta: “I toni utilizzati ieri in sede di consiglio comunale sono stati forti e mi hanno amareggiata non poco. Si è parlato di accattonaggio molesto, di fenomeno diffuso di parcheggiatori abusivi immigrati, di piaga, di pericolo alla sicurezza. Se qualcuno avesse assistito al dibattito senza conoscere Enna avrebbe pensato di trovarsi in una città del farwest. Donne in lacrime perché molestate, anziani vessati, immigrati delinquenti a piede libero. Eppure la nostra città, secondo il sole 24 ore, è tra le 4 città più sicure di Italia. Una provincia la nostra che conta appena 891 stranieri, di cui il 36% proveniente dalla Romania, il 27% dal Marocco e il 10% dalle Filippine. L’emergenza quindi è una nostra paura ma non è reale. Se si avesse davvero a cuore la sicurezza e la legalità, cosa che troverei lodevole, si sarebbe parlato di maggiori controlli nel territorio a prescindere dalla razza (fermo restando che, a mio parere, le forze dell’ordine svolgono già un ottimo lavoro in città). Se si avesse davvero a cuore la sicurezza si sarebbe partiti dal dato oggettivo fornito dai Carabinieri di Enna, in occasione dell’ultima festa, secondo cui solo il 2% dei reati è fatto da stranieri extracomunitari. La mozione però voleva cavalcare l’onda del populismo, trovare un capo espiatorio nei migranti che, spesso per pochi mesi, risiedono nel nostro territorio. E mi dispiace che una parte del PD abbia sostenuto con forza e poi votato una mozione dai toni razzisti e usato in aula parole come “finto buonista”. Non ne faccio però una questione di partito ma di buon senso: non è il momento storico per alimentare odio ingiustificato, per fare di tutta un’erba un fascio, per essere giustizialisti solo con i più deboli.
Le illegalità vanno segnalate e punite ma io vivo questa città, checchè ne dica il consigliere Cuci, e spesso dai migranti che sostano davanti i supermercati ho solo avuto sorrisi e gesti di gentilezza.

Ed, intanto, si apprende che il capogruppo del PD ieri sera durante la riunione del gruppo consiliare, Salvatore Cappa, si è dimesso dall’incarico.

Lettera alla Redazione da parte di Sigfrido Fadda segretario provinciale della CGIL Pensionati:
“Non posso fare a meno dall’esprimere il mio disappunto, il mio dispiacere e la mia costernazione a causa della mancata approvazione della mozione contro gli immigrati presentata da due consiglieri saliti sul carro della Lega di Salvini. La sua approvazione, sarebbe stato il giusto coronamento della antichissima tradizione e della millenaria storia di Enna che affonda le radici nella cultura greca, nella civiltà araba, in quella di Federico Secondo e, di recente, nel solco tracciato da Napoleone Colajanni e da Pompeo Colajanni, solamente per citare qualche esempio. Ma tant’è, ad ogni male vi è rimedio e ad ogni errore segue la correzione. Per questo mi permetto di avanzare qualche suggerimento:
1) Innanzitutto il Comune dovrebbe istituire una commissione consiliare di Inquisizione affinchè:
a) identifichi gli immigrati che stazionano davanti ai supermercati e nei posteggi (vera e propria piaga, leggo nella mozione),
b) provveda a schedare i cittadini affetti da carità pelosa e da buonismo contagioso i quali osano elargire loro qualche monetina,
c) riesca a stanare quegli Ennesi che affidano agli immigrati i loro gli affetti più cari (genitori e nonni) a 600,00 euro al mese e con un impegno di 24 ore al giorno, rubando così il lavoro ai tantissimi ennesi disposti a lavorare alle medesime condizioni.
2) Che il Comune provveda ad acquistare o fare costruire dai nostri validi falegnami, 20 gogne (rigorosamente pitturate di verde) da collocare nella centralissima Piazza San Francesco (10 da un lato, 10 dall’altro), affinchè i colpevoli, prima di subire la condanna, siano esposti al pubblico ludibrio anche mediante esposizione di un cartello individuale che descriva le malefatte.
3) Si dia mandato ai nostri 2 consiglieri saliti sul carro della Lega di Salvini, di intervenire sul governo Nazionale e sui loro rappresentanti in Parlamento al fine di modificare il codice penale e quindi inasprire le pene esistenti, istituendone delle nuove quali le punizioni corporali e il rogo. Rogo che potrebbe trovare opportuna collocazione nella ampia Piazza Europa la quale, propria perché ampia, non metterebbe a repentaglio con il relativo fuoco né uomini né cose.
Queste tre mie piccole proposte sono convinto che troveranno un consenso generalizzato non solo per approvare una mozione che costituirebbe solo un esercizio verbale, ma soprattutto per fare finire, anche ad Enna, la pacchia per gli immigrati e per stroncare le loro facili, diuturne e allegre crociere nel troppo accogliente mare del canale di Sicilia”.


Interviene anche il coordinamento cittadino di LEU ritenendo che Enna fosse un’isola felice e non venisse nemmeno sfiorata dall’odio e dalla paura verso i migranti che la Lega sta rovesciando addosso ai cittadini in tutti i momenti, in ogni luogo e con tutti i mezzi soprattutto quello televisivo. “Purtroppo dobbiamo ricrederci – scrivono – malauguratamente, 2 consiglieri comunali della Lega (Cuci e Savoca) hanno presentato una mozione che traduce in ”Ennese” l’odio e la paura sparso dalla Lega contro gli immigrati. E’ grave che un gruppo di consiglieri del PD abbia votato a favore dell’odio e della paura. E’ grave che consiglieri comunali di provata fede Cristiana abbiano fatto altrettanto. È grave che consiglieri autenticamente democratici abbiano condiviso questa posizione folle. Tutto ciò non rappresenta altro che la cartina di tornasole della grande confusione che regna a livello locale nel Pd ma probabilmente è meglio dire nella politica locale nella sua interezza dove la ricerca del consenso spinge tutti verso posizioni e comportamenti estremi. Gli ennesi sono un popolo eccezionale con altissimi livelli di civiltà. Gli ennesi non hanno dimenticato il loro passato di immigrati. Gli ennesi, ad un minimo cenno, aiutano chi ha bisogno, gli ennesi non sono infastiditi dal concedere qualche moneta a chi è davanti ai supermercati o ad un posteggio, gli Ennesi non cadranno nella trappola di odio e paura della mozione della Lega di Salvini. Gli ennesi sanno benissimo che le forze dell’ordine sono vigili e attente”.