Leonforte, a proposito di Premi

E’ iniziata la fase conclusiva del Premio Città di Leonforte. I primi di agosto, nella serata celebrativa, verranno premiate le opere meritorie e della sezione micro narrativa e della sezione teatro. Il 6 luglio a inaugurare il Premio è stata la pièce Madonne di ogni giorno, riduzione teatrale dell’omonimo romanzo, edito da Euno Edizioni.
Del Premio abbiamo parlato con il direttore artistico Sandro Rossino.
Madonne di ogni giorno è un connubio di forze prevalentemente leonfortesi: lo è nel contenuto, nella realizzazione editoriale e teatrale; non lo è per le donne in scena: Adriana Palmisano e Francesca Incudine, perché questa scelta?
La messa in scena nasce dall’esigenza di raccontare storie di donne siciliane, radicate nella nostra cultura, ma pur sempre comuni a qualsiasi epoca e società. La scelta del cast viene in genere fatta per rendere al meglio l’opera che si racconta. Angela è una paesana che lascia la propria terra, quindi che ha vissuto al continente buona parte della sua vita. Adriana è un attrice straordinaria, e racchiude tutti i colori del sud nonostante la sua grande classe e raffinatezza. Inoltre le sue esperienze teatrali potevano dare al testo le sfumature di cui necessitava! Francesca è una donna della nostra terra, musicista chiamata a raccontare in musica quei colori che tingono il volto delle varie madonne; ha una profonda conoscenza del territorio e delle sue tradizioni ed è il valore aggiunto della piece, per un talento indiscusso ed una voce angelica che tocca il più profondo animo.

Il localismo narrativo non rischia di precludere palcoscenici oltre Stretto?

La narrazione è ambientata a Roccalumia, chi legge vede Leonforte, ma può vedere dentro Enna, Agira, Reggio Calabria o qualsiasi altro “paese” della nostra Nazione. La sicilianita’ da al testo la forza e la spinta giusta, ma c’è ben altro dentro. Non si narra di luoghi, ma di storie di donne che, nella loro semplicità, lasciano intravedere poteri divini, alti… Mettere da parte la propria vita per gli altri, sacrificare le proprie ambizioni per i figli, inseguire l’amore a qualunque costo, esasperarsi per le condizioni della propria vita,e tanti altri sono temi comuni a qualsiasi platea. E sono temi per cui vale sempre la pena discutere, riflettere.

I molteplici piani di lettura che l’opera teatrale presenta che vogliono dire?

L’opera è complessa. Parte come un monologo con musicista, ma è tutt’altro. È un omaggio ai linguaggi siciliani:c’è il cuntu, l’opera dei pupi, la tragedia, il racconto narrato, la musica, il canto popolare, le ombre, il teatro di figura… Tutto per rendere omaggio alla nostra terra e regalare allo spettatore stimoli sempre diversi che restituissero la voglia di andare avanti nella storia, saperne di più, lasciando perdere le possibili distrazioni oggi troppo facili anche a teatro.
L’opera è complessa. Parte come un monologo con musicista, ma è tutt’altro. È un omaggio ai linguaggi siciliani:c’è il cuntu, l’opera dei pupi, la tragedia, il racconto narrato, la musica, il canto popolare, le ombre, il teatro di figura… Tutto per rendere omaggio alla nostra terra e regalare allo spettatore stimoli sempre diversi che restituissero la voglia di andare avanti nella storia, saperne di più, lasciando perdere le possibili distrazioni oggi troppo facili anche a teatro.

Perché avete voluto inaugurare la nuova edizione del Premio in questo modo? E’ un’eredità della precedente amministrazione lasciata alla nuova? O l’ambito politico trascende le cose culturali?

La politica locale ed il Premio hanno un rapporto di assoluto rispetto e collaborazione. Questo riguarda sia l’amministrazione Sinatra che ha scommesso su questa nuova formula del Premio, che per l’amministrazione Barbera da subito positiva e pronta a conoscere la macchina e viverne tutte le sfaccettature. L’opera ha inaugurato L’Arena spettacoli perché, in questi anni, la stessa è stata sede di opere di teatro contemporaneo con una Drammaturgia interessante e moderna. Leonforte, dopo tanti anni, era giusto che dicesse la sua è mettesse in campo le proprie intelligenze creando un prodotto teatrale che può ambire a palcoscenici nazionali. Questo non poteva avvenire senza l’apporto della Endì srl di Giovanni D’Agostino, imprenditore locale, che ha sempre avuto grande sensibilità per quelle cose fatte bene e nate da buone idee.

Il Premio rappresenta un unicum nel panorama culturale locale perché? Si è spinto solo in questa direzione o altro non è dato?

Il premio non è un unicum. Potrebbe diventare il contenitore che raccoglie tutte le molteplici attività artistico culturali della nostra cittadina. È ovvio che è una manifestazione che fa parlare di sè: se ne parla bene, se ne parla male, se ne parla anche senza conoscerne nulla…ma se ne parla. Se però ci fosse una maggiore consapevolezza comunitaria delle sue potenzialità sarebbe più facile sentirlo come un lato della identità cittadina, al pari delle Tavolate di San Giuseppe, della Sagra delle pesche e della Settimana Santa. L’identità teatrale è chiaramente forte e scenografica, ma la vera anima del premio è la micronarrativa che ne costituisce la vera specificità. Entrambe le sezioni hanno quest’anno avuto un notevole picco di iscrizioni, ma ci vorrebbe il giusto investimento per dare a tutta la manifestazione le vetrine nazionali che merita.

Il paese ha risposto numeroso e partecipe eppure spesso la cultura è avvertita come elitaria ed escludente

Alla prima di Madonne di ogni giorno la città ha risposto così come risponde a tutte le manifestazioni teatrali che vengono proposte nell’ambito Premio città di Leonforte se parliamo in termini di numero di partecipanti! Il coinvolgimento dei presenti invece è stato davvero notevole, coronato dalla standing ovation finale, di un pubblico che ha ascoltato, sussultato, gioito, pianto, ricordato, apprezzando tutto ciò che è stato proposto… Questo si che sarà difficile da ottenere in altre platee! Il pubblico casalingo non lo batte nessuno! E mi auguro che con l’entusiasmo e la curiosità di questi anni continui a seguire anche la prossima edizione del premio.

Il Premio cosa restituisce al paese?

ll premio è ancora in una fase embrionale e rispetto alle possibilità nate durante le edizioni precedenti ancora c’è tanta strada da fare perché mancano strutture e perché la realtà non vive ancora 365 giorni l’anno come secondo me dovrebbe. È certo che quello che si restituisce al momento è un’immagine molto forte della nostra Leonforte che vince per la sua bellezza paesaggistica, per la sua accoglienza e ricettività. Quasi tutti i partecipanti delle Edizioni precedenti aspirano a ritornare perché si sono trovati molto bene nel nostro festival. Quindi il premio potrebbe veramente diventare un motore turistico per la nostra cittadina. Già lo è in piccolo. Chi viene da fuori alloggia nelle nostre strutture con dei prezzi convenzionati e mangia nei nostri ristoranti, esportando comunque impressioni positive e suggerendo la partecipazione al nostro Premio.