Asp Enna: legittima la nomina del Commissario Antonio Salina

Tutti i commissari attualmente alla guida di Asp e ospedali siciliani nominati allo scadere della scorsa legislatura dall’ex governatore Rosario Crocetta sono stati illegittimamente nominati o prorogati, così come è illegittimo il divieto di procedere alla nomina dei nuovi vertici delle aziende sanitarie regionali stabilito dalla legge regionale numero 4 del 1 marzo 2017. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale pronunciandosi su un ricorso promosso dal Consiglio dei Ministri proprio contro l’articolo 3 della legge regionale siciliana di proroga dell’esercizio provvisorio che, fra una norma economica e l’altra, introduceva la proroga dei manager delle aziende e il divieto di nomina di nuovi direttori generali, nelle more della definizione dell’albo unico nazionale dei manager sanitari così come disposto dalla legge nazionale e in ottemperanza di una sentenza della stessa Corte Costituzionale che censurava il mancato concerto con le Regione delle norme della legge delega 124.
Una decisione di segno opposto rispetto al parere del Cga al quale si era appellato l’assessore Ruggero Razza e che aveva invece stabilito la legittimità delle nomine. “Nel leggere le motivazioni della sentenza – dice Razza – ho potuto rinvenire alcune delle ragioni di diritto che mi avevano portato a chiedere un parere alla sezione consultiva del Cga”, spiega adesso l’assessore.
L’articolo bocciato dalla Consulta disponeva il commissariamento di tutte le Asp e le aziende ospedaliere i cui direttori generali erano in scadenza, blindandone la posizione. Tutti sono stati dichiarati illegittimi, a eccezione di quelli nominati successivamente dall’assessore Razza alla guida dell’Asp di Caltanissetta (Marzia Furnari), Asp Enna (Tonino Salina) e papardo di Messina (La Paglia). Anche Giuseppe Giammanco, direttore dell’Asp, essendo stato nominato successivamente nel ruolo di direttore generale, non commissario, non è coinvolto dalla pronuncia della Consulta. Quelle interessate dalla sentenza sono una decina: Policlinico Palermo, Civico, Villa Sofia Cervello, Trapani, Agrigento, Palermo, Ragusa, Messina, Policlinico Messina. Adesso il governo regionale può nominare i nuovi vertici ma le strade sono due: confermare temporaneamente gli attuali, tutti ammessi all’albo nazionale, in attesa che la commissione d’esame regionale che si insedierà venerdì fatta una short list tra i candidati manager che hanno fatto domanda, oppure procedere direttamente alla nomina dei direttori generali scegliendoli dall’albo nazionale. L’assessore per ora non si sbilancia: “Più tardi, dopo un approfondimento giuridico, relazionerò alla giunta che si riunirà nel comune di Ustica”.
A rivolgersi alla Corte Costituzionale è stato il presidente del Consiglio dei Ministri. La Sicilia non si è costituita in giudizio e non ha difeso la norma di Crocetta. I giudici hanno sposato la tesi del governo nazionale e dell’Avvocatura dello Stato e considerando la materia delle nomine in sanità come competenza concorrente di Stato e Regione. Secondo la sentenza “la legge regionale viola i principi di logicità e buon andamento della pubblica amministrazione e si pone in contrasto con le norme nazionali. Di fatto tutti i vertici delle aziende sanitarie siciliane sono stati illegittimamente prorogati e sono, allo stato, da ritenere decaduti”.
L’assessore alla sanità, il governo e la Regione possono nominare nuovi commissari in attesa dei direttori generali in base a requisiti specifici così come previsti dalla precedente legge in vigore e devono, al più presto, completare le procedure e procedere alle nomine dei nuovi manager in base all’albo nazionale, a quello regionale in predisposizione, e con criteri chiari che rispecchino le norme. Per effetto della sentenza resta da chiarire se tutti gli atti adottati in quest’ultimo anno o poco più abbiano efficacia o meno visto che sono stati assunti da direttori generali illegittimamente nominati ancorché in vigore di legge impugnata. Una questione che verrà dopo ma che non è del tutto scontata nell’esito.

by palermo.repubblica