La storia infinita di Vincenzo e Amanda nella ricerca di un alloggio

Enna. L’assessorato comunale ai servizi sociali, diretto da Paolo Gargaglione, chiamato in causa, ha preso in esame la situazione della famiglia di Vincenzo ed è venuto fuori che non c’è stata mai richiesta di avere un alloggio, mentre sul piano lavorativo qualcosa è stata fatta anche se saltuariamente e con il Rei ( Reddito di inserimento) per un aiuto economico alla famiglia. Il fatto che non ci sia una richiesta di abitazione sorprende perché era la prima cosa da fare ed il comune si è mosso velocemente con gli assistenti sociali i quali hanno offerto alla famiglia di Vincenzo un contributo per poter affittare un’abitazione per alcuni mesi onde evitare he ci sia uno scontro con Vaccaro che è l’assegnatario della casa popolare e che tra l’altro non si trova in buona salute ed ha bisogno di assistenza. L’Istituto Autonomo Case Popolari riconosce Vaccaro come assegnatario sulla base di una graduatoria stilata a suo tempo, Vincenzo non ha mai fatto richiesta e presentato la documentazione per avere assegnata una casa.
Vero è che nel capoluogo ennese le case sfitte e per certi aspetti abbandonate sono tante, bisognerebbe effettuare un monitoraggio in modo da avere un quadro di insieme il più preciso possibile per cercare di risolvere problemi di abitabilità di alcune famiglie in sofferenza . Allo stato attuale Vincenzo e la sua famiglia rimangono nell’abitazione di via Unità d’Italia, lo sfratto non è arrivato ma il problema è da affrontare al più presto e con concretezza. L’offerta dell’assessorato ai servizi sociali, tramite il responsabile Paolo Gargaglione, è solo la soluzione provvisoria. Intanto l’avvocato Giampiero Cortese ha dato la sua disponibilità a difendere Vincenzo e la sua famiglia gratuitamente.